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 2018  giugno 11 Lunedì calendario

È possibile chiudere i porti? Cosa dice la legge del mare

Salvini può chiudere i porti?
La competenza delle autorità portuali tocca al ministro delle infrastrutture e dei trasporti ma Danilo Toninelli si è detto d’accordo con Salvini, diversamente da quanto avvenne un anno fa quando Delrio ridimensionò il piano del collega Minniti. Inoltre in base alla Convenzione Onu sul diritto del mare uno Stato può limitare l’ingresso alle proprie acque territoriali e ai propri porti alle navi straniere. La Aquarius batte bandiera di Gibilterra. Si può fare dunque, aprendo però un conflitto con il diritto internazionale. 
Cosa complica la chiusura?A parte il codice della navigazione, le convenzioni internazionali a cui l’Italia ha aderito prevedono, pur non imponendolo, l’obbligo di solidarietà in mare, che sarebbe disatteso negando l’approdo a persone in pericolo di vita o bisognose di assistenza immediata. Inoltre la Convenzione di Amburgo del ’79 e quella Sar del 2004 stabiliscono che la Guardia Costiera avvisata di un pericolo deve coinvolgere la nave più vicina e inviare le persone salvate nel porto più vicino. Infine la mancata protezione dei rifugiati violerebbe la Convenzione di Ginevra e quella Europea dei Diritti dell’Uomo.
Ci sono dei precedenti?Per quanto riguarda l’Italia ne abbiamo due. Il primo il 28 marzo 1997, quando, tentando d’impedire l’approdo della motonave albanese Kater I Rades in Italia nell’ambito del blocco navale Bandiere Bianche, la corvetta militare Sibilla la speronò nel Canale d’Otranto causando la morte di 86 dei 120 profughi a bordo. L’altro il 20 giugno 2004, quando venne negato l’accesso in Italia alla nave tedesca Cap Anamur con i suoi 37 migranti: la nave fu ammessa a Porto Empedocle il 12 luglio e l’equipaggio fu accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma venne assolto in primo grado. Ci sono poi i precedenti di Spagna e Francia. 
Anche Francia e Spagna hanno chiuso i loro porti?L’estate scorsa Parigi e Madrid dissero no all’apertura dei loro scali marittimi alle navi delle Ong cariche di migranti, come quest’anno gli sbarchi si erano moltiplicati con la fine del Ramadan. Diversamente da quella italiana però, la loro decisione non comporta la violazione della norma del “place of safety”, il luogo che può garantire l’incolumità e l’assistenza sanitaria dei sopravvissuti, per una questione di lontananza geografica. 
Perché Malta non collabora?Secondo la Convenzione di Amburgo tutti gli Stati affacciati sul Mediterraneo, circa 500 mila km quadrati, devono mantenere un servizio Sar, area di soccorso e salvataggio. La Tunisia e la Libia, pur avendo aderito, non hanno mai indicato le loro aree Sar e quindi sono fuori gioco. Malta ha ottenuto un’area Sar 750 volte più grande del suo territorio per i diritti sulla pesca, ma di fatto, accampando una disponibilità tecnica limitata, non risponde alle imbarcazioni che la contattano lasciando così la palla in campo italiano.