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 2018  giugno 11 Lunedì calendario

La battaglia dei ritiri: Löw per la clausura, Tite apre alle mogli

Dimmi dove ti ritiri e ti dirò chi sei. Giocare in 11 città, nel Paese più grande del mondo, oltre 17 milioni di metri quadrati, ha (im)posto alle 32 squadre scelte radicali. Un Mondiale è sempre un viaggio oltre i confini e la Russia in questo non scherza.
Iniziamo dalla Germania, campione del mondo, che preferiva la vista mare. In Brasile optò per una zona accanto a Porto Seguro, nello stato di Bahia, davanti alle onde dell’Atlantico. E dato che non trovò nessun alloggio soddisfacente se lo costruì, grazie ad un sponsor che realizzò un resort per vacanze. Si doveva replicare. Sochi, sul Mar Nero, era la prescelta: clima mite e spiaggia. Ma purtroppo pochi campi di allenamento e visto che la Germania guarda sempre avanti (al secondo turno), a Mosca a sin dall’inizio, visto che poi bisognerà andarci. Nessun lusso, albergo anonimo, periferia della capitale, strutture del Cska. E soprattutto le regole del ct Joachim Löw: niente mogli, fidanzate o figli al seguito, le famiglie fuori dai piedi, pochi social e controllati, niente foto in ritiro. Ammesso un bicchiere di vino o di birra a cena.
Il Brasile invece ha bisogno di spogliarsi e si è diretto verso le acque di Sochi. Al diavolo ogni scelta minimalista, il resort è da divi del cinema: parco naturale, spiaggia sabbiosa privata, centro benessere, grandi tende bianche. Samba a cinque stelle, maestro. Due ali separate: in una la squadra, nell’altra le famiglie. Perché il ct Tite ci tiene al tutti insieme appassionatamente. E se sei il Brasile non puoi rinchiuderti in una fortezza triste. Però no ad occhi indiscreti, al lavoro serve privacy: quindi schermi protettivi attorno al centro sportivo per evitare attività di spionaggio. La Francia ha optato per un albergo nel bosco: Istra, a 70 km da Mosca, campagna e ruscelli, il posto si chiama Kostrovo, promette noia e tranquillità, c’è anche un monastero molto visitato. Più agitata la scelta dell’Australia che ha visitato 52 posti prima di decidersi su Kazan e sulla struttura di un club di hockey. Peccato che Ange Postecoglou, il ct precedente, si sia dimesso e quello attuale, l’olandese Bert Van Marwijk, abbia ereditato la sede. Stavolta l’Australia voleva stare in città e non ai margini e avere la garanzia di un posto per sé. Molte polemiche nei riguardi dell’Egitto di Salah, unica nazionale in Cecenia, a Grozny, che esce da due guerre separatiste. Human Rights Watch ha definito «scandalosa» la scelta della Fifa per la sistematica violazione dei diritti umani che lì si applica. La federazione egiziana ha risposto che i campi d’allenamento sono buoni. A loro quello interessa. E anche il fatto che Grozny sta cercando di voltare pagina e di accreditarsi come una moderna città islamica con molte nuove moschee. Panama per il suo primo Mondiale si installa a Saransk. È dove ha stabilito il suo domicilio l’attore francese Gerard Depardieu, ottenuta la nazionalità russa, però nessuno lì lo incontra. Saransk è anche il centro olimpico dell’inquinata marcia russa che dal ’ 99 ha visto 24 atleti squalificati per doping così come molti direttori del centro. Non voleva stare stretto il Messico che a Novogorsk ha requisito il centro sportivo della Dinamo Mosca che può ospitare quattro nazionali alla volta. Per Novogorsk ha optato anche la Russia, padrona di casa, che utilizzerà invece lo stadio della Dinamo. È la nazionale che al primo turno di stancherà di meno a viaggiare: 1.579 chilometri contro i 9.258 della Svezia. La più originale è la Nigeria in ritiro a Essentuki, sotto i monti del Caucaso, famoso centro termale. Tutti si danno al freddo, alla crioterapia, e invece gli africani al bagno caldo. Ronaldo e Messi resteranno nemici e vicini nella regione di Mosca: a Kratovo il Portogallo, a Bronnitsy l’Argentina in un centro rinnovato per due milioni di dollari. «Non disturbare, eroi a riposo» c’è scritto sulla porta della stanza 221 di Leo Messi e di Kun Agüero, anche gli juventini Dybala e Higuain dividono la stanza. L’Italia, un anno fa, aveva visionato e opzionato la struttura del Lokomotiv Mosca: ci è andato l’Iran.