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 2018  giugno 11 Lunedì calendario

Agnese Claisse: «Figlia d’arte, che fatica. Io ero vittima dei bulli»

Laura Morante è uscita per commissioni, ma se tornasse a casa, dove abita con la figlia Agnese Claisse, si sarebbe se non altro incuriosita quando la ragazza dice che «il confine tra il pensare e l’agire nelle storie di famiglie è sottile, succede, lo leggiamo in cronaca nera, a volte basta un secondo da una lite…». Fatto sta che in Blue Kids, il film di Andrea Tagliaferri in uscita giovedì, Agnese decide col fratello (Fabrizio Falco) di oltrepassare quel confine e uccidere il padre per l’eredità. In una scena Agnese che ha 29 anni ma ne dimostra dieci in meno, canta il karaoke da una «canzoncina stupida di un cartone animato». Ecco, con la musica fa sul serio: «Sto finendo jazz al Conservatorio, mi sono iscritta tardi. Suono la batteria, ho avuto gruppi underground, Hiss (Sibilo), oppure Giovanna’s che è una nostra amica pazza. Suonavamo nei locali al Pigneto o a Fanfulla. Punk? Non saprei, c’era un suono sporco. Ho suonato il più possibile con altre ragazze». 
Ma non è un’attrice? «Ho debuttato a 6 anni facendo me stessa, la figlia di mia madre, per Virzì. Poi una comparsata per Verdone, ero una depressa con una parruccona».
Porta al cinema il cognome del padre (George Claisse, attore francese), «lo tengo stretto fino alla morte, se usassi Morante sarebbe una scorciatoia furba. Ho vissuto dieci anni a Parigi quando i miei stavano insieme. Non fu un periodo sereno. Litigavano. A scuola mi bullizzavano, ero presa di mira, avevo i genitori artisti, ero diversa perché papà mi proibiva di vedere la tv, leggevo e stop. Mi creavo problemi quando non c’erano. Da papà ho preso la misantropia, gli scatti di nervi, la rabbia ma anche tante qualità, lui è un magnifico attore di teatro; da mamma l’estrema emotività, la timidezza, la fierezza».
La sua famiglia allargata: «Con Eugenia, che fa anche lei l’attrice, abbiamo mamma in comune, lei da parte di suo padre ha tre fratelli. Dalla Russia è arrivato Stiopa, è stato adottato, ha dodici anni, piena adolescenza, abbiamo caratteri scattosi». 
Un film insieme con Eugenia? «Perché no? Solo che le dinamiche familiari sono delicate. Ci vogliamo bene ma ci frequentiamo poco, rapporto conflittuale. Spero che farà più parte della mia vita». 
La famiglia allargata… «Un caos pieno di stimoli, senza monotonie. Io ho cambiato tante scuole, mi vengono a noia le cose, muto idea in continuazione. Il cinema… non mi piace l’ambiente, invece di nutrire la testa, gli attori si riempiono di egocentrismo. Sul set ti riveriscono, ti portano il caffè. Finito il film, ti aspetti che succeda ancora... Dopo essere scartata ai provini decisi di sospenderli. In musica c’è più competenza, non so quale sarà la mia scelta definitiva». Consigli di mamma Laura? «Fai quello che vuoi. Essere la figlia di è la storia della mia vita, perfino quando compro un paio di scarpe, le hai perché sei la figlia di…Ora la sto superando questa cosa». A 30 anni andare a vivere da soli… «Fatto, sono tornata. Mamma in modo mammesco mi dice di concretizzare. Non mi piace il presente, mi pesano di più la dipendenza da qualunque schermo, i social, il cellulare lo uso poco. Faccio sogni avanti e indietro nel tempo». Questa pistola tatuata sulla spalla? «Era il nome del mio ex, per coprirlo m’è venuta una pistola».