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 2018  giugno 11 Lunedì calendario

Scandalo molto inglese tra politica, gay, ricatti. E l’assassinio del cane

LONDRA È davvero uno scandalo molto inglese. Un politico assai in vista, una relazione omosessuale clandestina, il ricatto, un tentato omicidio (forse), l’insabbiamento. Lo sceneggiato della Bbc A Very English Scandal, con protagonista Hugh Grant, ha riportato alla memoria uno dei pasticci più clamorosi del dopoguerra: l’affaire Thorpe, che coinvolse colui che era il leader dei liberali fra gli anni Sessanta e Settanta.
La realtà ha superato la finzione. Perché il programma televisivo ha riacceso i riflettori su uno scandalo che sembrava dimenticato: e ha portato alla scoperta che uno dei protagonisti-chiave è ancora vivo e che dunque le indagini potrebbero essere riaperte.
Ma andiamo per ordine. Agli inizi degli anni Sessanta Jeremy Thorpe, classico esponente dell’establishment britannico, ha una relazione gay con un modello di nome Norman Scott. Thorpe è il figlio di un politico conservatore, ha studiato a Eton, mentre Scott non è nessuno. A quell’epoca, l’omosessualità in Gran Bretagna è illegale: e per anni Scott minaccia di rendere pubblica la «liason». 
Nel 1975 un ex pilota di aerei di Blackpool, Andrew «Gino» Newton, noto per i suoi abiti stravaganti, afferma di essere stato assoldato da Thorpe per uccidere l’ex amante Scott e farlo tacere per sempre. Quello che veramente succede è che Newton, armato di una pistola Mauser, va nel Devon dove Scott vive e uccide il suo cane, un danese di nome Rinka. Newton afferma di aver rivolto poi l’arma contro Scott, ma che la pistola si è inceppata.
Nel 1979 Thorpe viene processato per istigazione all’omicidio, ma il giudice bolla Newton come uno «spergiuro». Quello che i giornali dell’epoca definiscono il «processo del secolo» si chiude con l’assoluzione di Thorpe, anche se non si saprà mai se il presunto killer doveva veramente uccidere l’amante gay o soltanto spaventarlo. In ogni modo la carriera di Thorpe ne esce distrutta, tanto che lui si dimette dalla guida dei liberali e si ritira a vita privata.
L’affare è una cartina di tornasole delle ossessioni britanniche: le relazioni di classe e le «liason» pericolose. Thorpe è un membro dell’«upper class» che per anni riesce a mettere la sordina allo scandalo grazie alla complicità dell’establishment, incluso il partito laburista, e della totalità della stampa. Solo alla metà degli anni Settanta, quando i liberali sono alla soglia del potere, la vicenda deflagra con l’«assassinio» del povero cagnone Rinka. Ma la magistratura manda comunque libero il politico eccellente, seppure inseguito dai sospetti.
È una vicenda che in qualche modo ricorda quella dei «Cinque di Cambridge», la rete di spie al soldo dell’Unione Sovietica negli anni Cinquanta, che poterono agire indisturbati perché protetti dalla loro origine altolocata.
Ora il colpo di scena: sull’onda dello sceneggiato tv, i giornali hanno scoperto che Newton, il presunto killer, non è morto come si pensava, ma vive sotto falso nome nel Surrey. Dopo l’iniziale eccitazione, la polizia ha però fatto sapere che l’inchiesta non verrà riaperta. Meglio non rivangare.