Corriere della Sera, 10 giugno 2018
L’arte di scrivere un curriculum perfetto
A leggere i quasi 200 curriculum delle candidature per il Cda della Rai, pubblicati sul sito del Senato, è difficile capire se ci troviamo di fronte a vite grottesche di uomini illustri o a vite immaginarie di uomini non illustri. La biografia curriculare è sapienza dell’infimo particolare; le sue voci colgono quelle fisime, quei sogni che distinguono irrevocabilmente un destino da ogni altro. Si va dalla A di Acanfora Salvatore (licenzia media, pensionato dal 2002, ex capotreno ed ex macchinista Rai) alla Zeta di Zani Lino (vanta un’antica amicizia con Mike Bongiorno). In mezzo c’è di tutto: professori universitari, ex dipendenti Rai, cavalli di ritorno, inventori della tv, ex consiglieri Rai, vecchi registi, ingegneri informatici, avvocati, mitomani. È incredibile come il fascino della tv spinga molte persone a desiderare una carica spesso poco congrua con le proprie esperienze. Anche perché, con la riforma Renzi, in Rai contano presidente e a.d., gli altri sono contorno. E, se pensionati, non c’è nemmeno il gettone di presenza.
Ci si chiede chi vaglierà questi rendiconti di carriere e chi farà, dopo la brutta figura del curriculum «pettinato» del premier Giuseppe Conte, un serio fact-checking (controllo lauree, incarichi, esperienze vantate). Curriculum: scriversi un passato straordinario, così perfetto da sperare in un futuro migliore.