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 2018  maggio 21 Lunedì calendario

Perché Filippone ha fatto quello che ha fatto

CHIETI SCALOLa domenica di tragedia è iniziata qui, a Chieti Scalo.Nell’appartamento di proprietà della famiglia, spesso affittato a studenti fuori sede, da cui è precipitata ieri mattina Marina Angrilli. Il quartiere è anonimo come tanti, né periferico né residenziale, ai piedi del più blasonato borgo storico.Ovunque i segni di una cementificazione anni 60-70 non proprio a misura d’uomo. Nei dintorni un bar, una pizzeria, un centro estetico: i clienti non riescono a farsene una ragione.«Era un tipo tranquillo, distinto», dicono in coro.Ma c’è un elemento poco noto che potrebbe aver turbato la sua psiche e messo in moto la furia omicida di Fausto Filippone, 49 anni, fino a due giorni fa stimatissimo dirigente della Brioni, storica azienda di alta sartoria maschile che in tempi gloriosi vestiva reali e star di Hollywood, da qualche anno di proprietà di una holding francese. Sei mesi fa aveva perso l’amatissima mamma, dopo una lunga malattia neurodegenerativa. Chi lo ha conosciuto, afferma con certezza che in questo primo scorcio di 2018 Filippone non era più lo stesso. Già chiuso e taciturno di indole, aveva accentuato questa sua cifra caratteriale. I silenzi, per lui, erano diventati un’abitudine.Lo conferma anche una collega di sua moglie, che insegnava lettere allo scientifico Leonardo da Vinci di Pescara. «Lo conoscevo bene.Andammo persino in vacanza insieme alle Tremiti.Ultimamente era cambiato, Marina ce l’aveva detto. Ma non sembra ci fossero profondi dissidi sentimentali tra i due», sostiene la donna, che preferisce restare anonima.«L’ho incrociato qualche volta.Nulla avrebbe lasciato presagire questa follia. Questa notizia mi ha sconvolto», dice pure Domenico Ronca, della Filctem Cgil Abruzzo, che di tavoli sindacali con la Brioni se ne intende.Sempre elegante, Fausto Filippone lavorava per la Brioni da una dozzina d’anni, nel comparto moda, supply chain planning e logistica. Aveva un curriculum di tutto rispetto, e si era laureato all’università Ca’ Foscari di Venezia. Era anche volontario del Banco alimentare.Poi, d’un tratto, l’impulso omicida. Sua moglie e sua figlia, la piccola Ludovica, non ci sono più. «Chiedo perdono a tutti», avrebbe ripetuto più volte ieri, prima di togliersi la vita lui stesso. Gettandosi in un vuoto ancora più grande di quello in cui era precipitato da qualche mese a questa parte.