Libero, 20 maggio 2018
Chi non revisiona l’auto rischia 674 euro di multa
Da oggi si complicano le procedure per la revisione dell’auto. Ce lo impone l’Unione europea, come si suol dire. Nel senso: la direttiva targata Bruxelles numero 45 del 2014 ha introdotto il “certificato” di controllo (rilasciato da una serie di officine autorizzate e “ispettori ministeriali”), nel nostro Paese la normativa comunitaria è stata recepita dal decreto ministeriale 2014 del 2017 e da una manciata di ore tocca tenerne conto. Chiariamo subito: gli intervalli con cui è necessario passare dal meccanico restano invariati. Il primo check-up a pistoni e pedali deve essere effettuato dopo quattro anni dall’immatricolazione e successivamente va richiamato ogni 24 mesi. Quindi tranquilli, basta controllare il libretto di circolazione. Nuovi, invece, sono i test a cui sottoporre la quattroruote di famiglia: non basta più attestare lo stato della macchina, con relative (speriamo di no) problematiche al motore. Adesso i revisori di turno dovranno specificare quali verifiche hanno svolto e i pure i chilometri percorsi. Il tutto per evitare in qualsiasi modo frodi, falsificazioni e compravendita abusiva di berline e station-wagon. I controllori passeranno al setaccio la vettura specchietto dopo specchietto: la revisione riguarda, infatti, sia l’impianto frenante che le ruote, sia le luci che il serbatoio, sia le cinture di sicurezza che gli eventuali rumori e il gas di scarico. Insomma, un bollino blu che pare un esame a tutti gli effetti. I controlli, tra l’altro, saranno più rigidi persino a monte, ossia nei centri di revisione: sono anche previsti dei corsi di formazione per il personale impiegato sulle rc auto. Il via libera (targato Ue, questa volta) verrà poi trasmesso al ministero dei Trasporti e verrà riconosciuto, ovviamente, in tutto il Vecchio Continente. Ma attenzione ai furbetti: chi si mette al volante senza la revisione rischia una multa, e addirittura salata. La contravvenzione va dai 168 ai 674 euro, tuttavia la cifra potrebbe anche raddoppiare in caso di recidiva. Sempre meglio non rischiare.