la Repubblica, 20 maggio 2018
Iglesias e l’appartamento da 600 mila euro
Criticò un avversario politico per aver acquistato un appartamento da 600 mila euro. Ora è sotto accusa nel suo stesso partito perché, a sua volta, ha acquistato una villetta da 600 mila euro. Protagonista dell’involontario occhio per occhio, rogito per rogito, è Pablo Iglesias, giovane capo di Podemos, il partito spagnolo a mezza via tra sinistra radicale e neopopulismo, un poco Tsipras, un poco Di Battista. La storia è piccola, ma impressiona per la simmetria spietata dell’accusa portata ad altri e ora ritorta contro di sé; e inchioda alla sua croce di pezza il moralismo, che sta all’etica come la cretineria sta all’intelligenza. Seicentomila euro è, grosso modo, il prezzo di un appartamento di centoventi metri quadrati a Milano o a Roma (non in centro). I prezzi di Madrid sono di poco inferiori. Iglesias e moglie hanno acquistato la loro villetta (a 40 chilometri da Madrid) grazie a un sostanzioso mutuo, come capita a chiunque non sia ricco di famiglia. Ma è quanto basta ai più acidi dei suoi apostoli per accusarlo di essere un traditore della causa: è quasi sempre alle spalle, e sempre per invidia, che arriva l’attacco a chi, come Iglesias, ha il torto imperdonabile di avere avuto successo. Nel suo caso, però, pesa come un macigno il torto supplementare di avere in precedenza bollato come “immorale” investire 600 mila euro (a credito) per comperarsi la casa in cui vivere. È lui che ha armato la mano di chi oggi lo attacca.