Corriere della Sera, 16 maggio 2018
Suor Facebook
Anche le monache di clausura potranno usare i social, purché lo facciano con discrezione e sobrietà. Lo ha deciso il Vaticano modernista di papafrancesco.com. Il provvedimento colma una grave lacuna, dal momento che le suore erano gli ultimi abitanti del pianeta a non avere ancora messo «mi piace» a una foto di Chiara Ferragni. Ora potranno rimediare con «discrezione e sobrietà», parole che associate all’esibizionismo esistenziale dei social fanno tenerezza. Come dire: attaccatevi alla bottiglia, ma solo per fare gli sciacqui.
Si aprono prospettive interessanti. Gruppi di discussione animati da suore vegane e da novizie favorevoli alle scie chimiche. Badesse iscritte alla piattaforma Rousseau per votare il contratto di governo del Movimento Tu-scendi-dalle-stelle. Competizioni tra conventi per stabilire quale santa abbia più «followers». E mentre la web-monaca di Monza, stufa di farsi dei selfie con Lucia Mondella, risponderà a Egidio attraverso l’applicazione Tinder («E la sventurata chattò»), le suore passatiste che intendono continuare a pregare in santa pace dovranno aprire una pagina apposita su Facebook.
Che vita meravigliosa le attende. Isolate in uno spazio chiuso senza rapporti diretti con l’esterno, ingobbite tutto il giorno dietro a una tastiera, intente a comunicare con persone che non vedono… Un momento: non è che le nuove monache di clausura siamo noi?