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 2018  marzo 17 Sabato calendario

Cappotti lunghi e sciarpe chilometriche. Inno allo stile eccessivo di Nureyev

Come un sultano, come Lord Byron nel ritratto di Phillips, in vesti ottomane. Così Rudolf Nureyev, adagiato sui divani della sua reggia parigina in Quai Voltaire, con turbante e ampi caftani in seta, negli scatti di Lord Snowdon del 1986. Proprio in quei ritratti di un mito sulla via del tramonto (il 6 gennaio 1993 il congedo definitivo), sta la sfaccettata anima del Tartaro volante (soprannome datogli nel 1961 dopo la fuga in Europa): la capacità di inventare uno Stile. Nureyev lo fa in scena con una rivoluzione coreutica: il danzatore da partner della ballerina diviene star assoluta; lo fa imprimendo una svolta nello stile maschile. Negli anni 60, anticipatore, detta legge con i suoi look, tuttora ispirazione per molti stilisti: nei primi tre lustri del Terzo Millennio, le intuizioni di Rudic (tra i suoi nomignoli) seducono e lo dichiarano in modo esplicito: da Marc Jacobs in Vuitton a Ennio Capasa per Costume National; da John Galliano a Jean Paul Gaultier. 
A New York nel 1965 in tournée, Rudy influenza lo street style: i fashionisti ante litteram di Manhattan sono a caccia delle sue leggere camicie nelle sfumature viola e dei pantaloni in pelle nera in cui inguaina il corpo dalle proporzioni apollinee: è in essere lo stile à la Nureyev. Consapevole del magnetismo in scena («il pubblico andrebbe in delirio anche a vederlo immobile», scriveva la critica), come per strada, punta, per dirlo con Liz Taylor, su «quel pizzico di giungla, il cui solo odore sconvolge il sangue nelle vene». I completi in pelle per esasperare la sua ferina sensualità, maxi trench e stivali cuissard; pellicce e colbacchi. Cappelli con visiera portati su maxi maglioni fantasia, meglio a pelle (quelli di Cardin, Missoni, Kenzo), da cui svetta il collo possente. Parola d’ordine stupire: divise militari scovate a Portobello e giacche in serpente Elton John style; sciarpe Pasley panneggiate su abiti e tuxedo, da contemporaneo sultano. Nel 
2018 un doppio anniversario: 25 anni dalla scomparsa e 80 dalla nascita. Proprio oggi: su un treno in corsa tra gli Urali, Nureyev nasce il 17 marzo 1938. Tra le celebrazioni quella della Scala con il 24 maggio un Gala pro Fondazione Rava (Roberto Bolle tra le star) e, il 22 maggio, l’omaggio degli Amici della Scala. Al di là delle date, Nureyev ci offre ancora il sogno per le sue scelte intrise di furore vitale. Perché? «I danzatori sono gli atleti di Dio». Albert Einstein dixit.