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 2018  marzo 16 Venerdì calendario

Piccole e belle, il riscatto delle librerie di new york

La mia favorita è McNally Jackson Books, 52 Prince Street tra Soho e Nolita.
Due piani di libri ben selezionati, scaffali strapieni, consigli da esperti, e tanto altro: un bar con tavolini per indugiare a sfogliare le novità prima di comprarle, un club di lettori con riunioni periodiche e specializzate (ottima quella sulla letteratura latinoamericana, in spagnolo), eventi con gli autori.

Più vicino a casa mia, frequento la Book Culture sulla Columbus Avenue vicino al Planetarium. Ma io sono abitudinario e un po’ pigro, se invece avessi il gusto della scoperta potrei cambiare libraio ogni settimana.
Proprio così, New York dopo l’ecatombe provocata da Amazon sta riscoprendo le librerie indipendenti di una volta. Rinascono, piano piano, senza fare chiasso, e immediatamente sono affollate di lettori entusiasti.
Ora se ne accorge il New York Times che celebra la riapertura di ben due librerie Shakespeare & Company in città, una al Village e una nell’Upper West. Nello stesso articolo elenca una serie ragguardevole di insegne indipendenti che fioriscono: Word Up, Books of Wonder, Bank Street Bookstore. In certi casi, come per la Book Culture, si tratta perfino di mini-catene che gestiscono tre o quattro librerie in quartieri diversi. E il fenomeno non riguarda solo noi manhattaniti: Brooklyn e il Bronx hanno la loro da dire in questo campo, il fenomeno si estende anche negli altri borough (il nome delle “isole” che compongono la Grande Mela).
Parlare di svolta non è esagerato, perché ancora pochi anni fa le cronache locali erano luttuose, si susseguivano le chiusure di antiche librerie indipendenti.
Ora non bisogna esagerare con l’entusiasmo, però è giusto sottolineare che la ricomparsa di questi luoghi deliziosi è accompagnata da altri segnali positivi. Primo: anche se i nuovi librai indipendenti non disdegnano di vendere tablet per e-book, il supporto elettronico ristagna e c’è un ritorno di lettura su carta, l’oggetto-libro ha rivelato una resilienza ammirevole.
Secondo: nessuno versa lacrime per la scomparsa della catena Borders (fallita) e il declino (che continua) della catena Barnes&Noble, brutte imitazioni degli ipermercati, con personale che potrebbe vendere pannolini e cereali anziché libri.
La rinascita della libreria avviene sotto il segno della qualità: degli ambienti, e delle persone che ci lavorano.