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 2018  marzo 16 Venerdì calendario

Al ristorante Macrobiotico c’è la fila e niente scontrini

La fidelizzazione del cliente è importante e si vede in momenti delicati come questo. Il giorno prima una tempesta giudiziaria si è rovesciata addosso al mondo del macrobiotico anconetano, e non solo, e al suo fondatore. Ventiquattro ore dopo nulla sembra essere accaduto: ristorante pieno, commensali rilassati, personale sereno. Il fondatore di Upm (“Un Punto Macrobiotico”), indagato assieme ad altri tre collaboratori, ne andrebbe fiero. Quel Mario Pianesi, premiato dall’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, meritevole della più alta onorificenza marchigiana, il Picchio d’Oro, consegnata dall’attuale governatore, Luca Ceriscioli, nel 2016. Addirittura ricevuto da papa Francesco in Vaticano.
Il guru dell’alimentazione alternativa, sana e salutare, travolto da un caso giudiziario clamoroso: chi pensava ad fuggi fuggi generale dei suoi clienti/adepti dovrà ricredersi. Il Punto macrobiotico di Ancona, nel cuore storico della città, dove tutto ha avuto inizio, dove la dieta Mapi (acronimo di Mario Pianesi) trovava piena applicazione, resta un caposaldo. Per l’intera giornata di mercoledì, dopo la conferenza stampa nella questura del capoluogo marchigiano che ha rovesciato tonnellate di fango su Pianesi e la sua creatura, i titolari hanno dovuto respingere giornalisti e telecamere. Ieri all’Upm di largo San Martino c’è stato un via vai continuo. Coda per entrare, per aggiudicarsi uno dei quindici tavoli, per acquistare i prodotti della linea personalizzata, per prenotare vacanze-studio. Per pagare il conto. Uno stanzone unico dove l’immagine salvifica di Pianesi campeggia ovunque. Una sorta di culto della personalità: poster, avvisi, messaggi. Come se niente fosse accaduto.
Nei guai, per ora, ci sono finiti Pianesi e le persone a lui più vicine, tra cui la moglie. I gestori degli Upm, un centinaio in tutta Italia, vanno avanti per la loro strada. Così si applica il concetto di fidelizzazione, lo stesso che spinge un cliente a non farsi influenzare dalle notizie e dalle inchieste: “Io qui al Punto macrobiotico ci sono sempre venuto con piacere e continuerò a farlo. Non mi interessa quanto è successo, io valuto solo i benefici che ho tratto da questa alimentazione. Vedrai, si concluderà tutto in una bolla di sapone” racconta uno dei clienti, ex amministratore con una carriera politica alle spalle.
La clientela è eterogenea, comunque di livello alto, tra bancari, professionisti, assicuratori e addirittura rappresentanti delle forze dell’ordine. Dentro l’Upm non c’è musica e l’utilizzo del telefonino è praticamente vietato, con tanto di avvisi che invitano a spegnerlo e comunque a riporlo in borsa. Bastano gli sguardi torvi per evitare la pratica.
Ci sono due menù, uno totalmente vegetale e l’altro di pesce, e due prezzi, più bassi per i soci, mentre per i non soci la forchetta cresce tra i 2 ed i 5 euro a piatto: “Vuole fare la tessera?” chiede una delle cameriere. Nonostante il rifiuto, sul cartoncino dell’ordine ci registra come “regolari soci del circolo”. La differenza sarà chiara una volta alla cassa. Sul cibo, tra gusto e qualità, difficile prendere posizione. I clienti del macrobiotico sanno cosa li aspetta ed è questo ad attirarli, dunque anche l’altra parte della galassia, i “non salutisti”, sanno cosa si presenterà loro una volta seduti. Come detto la sorpresa è riservata alla fine. Non essendo soci paghiamo il prezzo pieno, ma in cambio non ci viene rilasciato alcuno scontrino o documento fiscale. Lasciamo il locale con l’immagine di un planisfero rovesciato che occupa quasi un’intera parete, dove il sud del mondo diventa il nord e viceversa.
Appena fuori dalla porta ad accoglierci un murales realizzato su un edificio abbandonato che ad Ancona tante polemiche ha suscitato in passato: una Madonna con Bambino, con la testa della figura sacra rovesciata. Solo una coincidenza?