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 2018  marzo 16 Venerdì calendario

Caso Kuciak, le coperture di Vadalà. « Io legato a Dogane e Servizi slovacchi»

Roma Antonino Vadalà, si muoveva in Slovacchia come un pesce nell’acqua. L’uomo di ‘ndrangheta da Melito porto Salvo arrestato nei giorni scorsi per narcotraffico e il cui vero volto aveva cominciato a svelare il lavoro di inchiesta del giornalista slovacco Jàn Kuciak fino a quando chi lo ha giustiziato non ne ha spento la voce, non soltanto aveva infatti occhi e orecchie nel gabinetto del Primo ministro. Aveva anche solidi legami con gli apparati della sicurezza slovacca: le Dogane e i Servizi Segreti. O, quantomeno, questa era la garanzia che offriva ai suoi interlocutori nel discutere dei carichi di cocaina che dal sud America avrebbero dovuto raggiungere i porti italiani per poi essere smistati sulle piazze del nostro Paese, in Slovenia e in Slovacchia. «Ce li ho messi io… Li conosco tutti», andava dicendo Vadalà di doganieri e uomini dell’Intelligence di Bratislava. Lo documentano gli atti dell’inchiesta della Procura di Venezia e della Guardia di Finanza (di cui Repubblica è in possesso) sulla base dei quali Vadalà risponde ora delle accuse di traffico di stupefacenti. E la circostanza conferma la qualità del grado di penetrazione che le famiglie calabresi avevano raggiunto nei palazzi della Politica e degli apparati del Paese la cui classe dirigente, a cominciare dal premier Robert Fico ( dimissionario), è stata non a caso travolta dall’omicidio di Jàn. Le carte, dunque. Il 23 settembre del 2014 – si legge negli atti dell’inchiesta veneziana – Vadalà parla con l’uomo che crede essere il mediatore dei carichi di cocaina dal sud America ma, in realtà, è un agente sotto copertura della Guardia di Finanza, nome in codice UC ( undercover,
ndr) 8067. Non sa, dunque, di essere registrato da una cimice. Concorda che le partite di cocaina colombiana verranno imbarcate su navi oceaniche nei porti di Guayaquil (Ecuador) e Callao (Perù) in container la cui merce di copertura sarà frutta. Merce che farà poi transito in Italia e avrà quale destinazione finale la Slovacchia. Viene individuata come compagnia di navigazione per il trasporto dei cargo la “Maersk”, perché ha inaugurato una rotta diretta dal porto ecuadoregno all’Italia con scalo a Malta: «È la meno rischiosa perché evita i controlli portuali di Panama». Così come, spiega Vadalà, la Slovacchia, dove vive e dove ha sede la società “Terra real” con cui i carichi di droga vengono finanziati, è il Paese più sicuro da indicare come approdo finale della merce di copertura. Dice infatti all’agente sotto copertura: «Io a Bratislava ho cinque ettari, dove c’è il deposito doganale più grande della Slovacchia… Dentro c’è la Finanza, dentro… Arriva il container sotto e il Capo là, dentro, l’ho messo io, capisci… Lui deve solo tirare i piombi e se ne va».
Il Capo della dogana al deposito di Bratislava sarebbe dunque «a disposizione». Addirittura lo avrebbe «messo lì» Vadalà. Evidentemente, grazie ai suoi rapporti con uomini dell’entourage del premier slovacco (tra loro, Maria Troskova, ex finalista miss mondo, spogliarellista e consigliere del Primo ministro). Ma c’è di più. Il calabrese fa un’altra confidenza ad UC8067: «Conosco tutti gli uomini dei Servizi Segreti slovacchi». Annotano negli atti gli inquirenti veneziani: «Vadalà avrebbe dunque provveduto, tramite i suoi contatti compiacenti nella Dogana e nei Servizi Segreti, a far effettuare dei controlli di facciata in Slovacchia. E questo gli avrebbe consentito di ottenere l’attestazione dell’avvenuta ispezione del carico proveniente dal sud America con esito negativo». C’è poi un ultimo dettaglio. «Mi viene riferito – scrive l’agente UC8067 – che i parenti dei Vadalà dopo essersi trasferiti dalla Calabria alla Slovacchia, per poter rientrare nel traffico di droga, hanno versato a garanzia un milione di euro in contanti a un “boss dai capelli bianchi” detenuto al 41 bis il cui nome è garanzia in tutto il mondo». Altro che carne. Altro che imprenditori dell’eolico. Del resto, in Slovacchia, a nessuno sarebbe venuta voglia di vedere. Finché non è arrivato Jàn. Che ha pagato con la vita.