Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  marzo 15 Giovedì calendario

TANTA VOGLIA DI ESCOBAR – NELLA "PRIGIONE" DEL SIGNORE DELLA DROGA UN ARMADIO PIENO DI LINGERIE DI PIZZO E SEX TOYS: LO RACCONTANO DUE AGENTI CHE SONO ENTRATI NELLA “CATEDRAL”, LA RESIDENZA CHE IL BOSS SI ERA COSTRUITO NEL 1991 DOPO AVER RAGGIUNTO UN ACCORDO CON IL GOVERNO – NON ERA UNA PRIGIONE, MA UN CLUB CON JACUZZI, CAMPO DA CALCIO E UN BAR DAL QUALE PABLO DIRIGEVA IL TRAFFICO DI COCA… - VIDEO -

Al noto signore della droga Pablo Escobar piacevano i bagni molto puliti e aveva un armadio pieno di lingerie in pizzo e sex toys: è quanto rivelano nel libro “Manhunters: How We Took Down Pablo Escobar” Steve Murphy e Javier F. Peña, i due agenti della DEA inviati in Colombia per aiutare il governo a bloccare il cartello di Medellin.









Il boss colombiano dei narcos gestiva un impero che fruttava milioni di dollari tra omicidi di agenti e civili. Il regno del terrore di Escobar, che è durato per anni, è finito quando venne ucciso a colpi di arma da fuoco dai soldati su un tetto nella sua città natale di Medellin nel dicembre 1993.

Due degli agenti federali americani che hanno aiutato le autorità colombiane a rintracciare Escobar, che all'epoca era uno degli uomini più ricchi del mondo, hanno scritto un libro che rivela dettagli personali del fuorilegge. In particolare si tratta di un viaggio all’interno della "prigione" che il signore della droga aveva costruito per sé stesso dopo essersi arreso alle autorità colombiane nel 1991.

Il governo colombiano non è riuscito a fermare Escobar, che ha corrotto ufficiali di polizia e alti funzionari delle forze dell'ordine. Maggiore era lo sforzo che le autorità colombiane esercitavano per frenare Escobar, maggiore era la violenza che scatenava nel Paese.

Nel 1991, il governo ha cercato di salvare la faccia convincendo Escobar ad "arrendersi" in una struttura carceraria che lui stesso ha costruito in cambio di un impegno delle autorità a non estradarlo negli Stati Uniti.

La prigione, conosciuta come La Catedral, veniva chiamata anche "Hotel Escobar" o "Club Medellin" per via dei servizi che includevano un campo da calcio, una casa delle bambole, un bar, una jacuzzi e una cascata. Da lì il signore della droga continuava a gestire i suoi affari.

Nell'ufficio di Escobar gli agenti hanno trovato «indumenti da notte in pizzo e sex toys, compresi  vibratori, tutti disposti ordinatamente in un armadio. La prigione era praticamente ciò che sospettavamo: un country club pieno di oggetti di lusso, come televisori all'avanguardia, frigoriferi e apparecchiature stereo».

Escobar non dormiva mai nello stesso posto per più di due notti consecutive: «Usava i cottage vicini per le feste tutti arredati magnificamente con rivestimenti lussuosi. In uno aveva fatto costruire un bagno bunker con pareti di 90 centimetri. Tutti i bagni erano puliti ed erano nuovi di zecca. Le stanze della prigione erano ordinate. Su un tavolo c’erano pile di banconote e lingotti d’oro. C’era anche una pistola fatta di oro massiccio».

Escobar aveva anche una serie di “figurine” di agenti di polizia colombiani: un modo per ricordarsi che aveva le forze dell’ordine in pugno. Aveva anche raccolto tutti gli articoli di giornali che parlavano di lui. Pile di libri rilegati in pelle.  C’erano anche decine di lettere di madri che offrivano le loro figlie per fare sesso con il signore della droga.

Nonostante le sue donne, Escobar era "devoto ai figli". Suo figlio, Juan Pablo, all'epoca aveva 14 anni e sua figlia Manuela aveva circa sette anni: per loro aveva costruito una sorta di spazio all’aperto dove giocare.

Il governo ha annullato l'accordo con Escobar dopo che ha appreso che il signore della droga aveva  torturato e ucciso quattro dei suoi uomini all'interno della struttura. Un raid per imprigionarlo fallì e il signore della droga fuggì. Venne ucciso cinque mesi dopo dai soldati in un quartiere della classe media di Medellin.