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 2018  marzo 15 Giovedì calendario

Macrobiotica. Ristoranti, fattorie e convegni. Un business da un milione l’anno

Convegni nazionali ed internazionali, simposi scientifici, corsi di respirazione, erboristeria, cucina macrobiotica, policoltura e tessitura.
Un elenco che potrebbe ancora continuare, messo a bilancio associativo per un valore complessivo di un milione di euro l’anno, a cui bisogna aggiungere il business formato da un centinaio di ristoranti e punti vendita. Società formalmente separate dalla Onlus, ma di cui fanno parte condividendone principi e sedi, in quindici regioni d’Italia.
È questo l’impero a sei zeri di Mario Pianesi. Un «indotto» del macrobiotico che supera la filiera tradizionale e punta sull’autoproduzione, così esclusiva e scorporata dal resto del mondo da aver portato alcune persone a vivere come in una setta. Almeno è questo che ipotizza la magistratura di Ancona che ha indagato colui che viene riconosciuto non solo come l’ideatore della dieta Ma-Pi, a cui ha dato il nome, ma è soprattutto il guru di Upm, Un punto macrobiotico. La guida indiscussa di una associazione che conta 80 mila iscritti, con a bilancio mezzo milione di beni immobili – oltre ai ristoranti e ai negozi, certo – interamente dedicata alla cultura macrobiotica.
Mario Pianesi oggi ha 73 anni: è nato a Tirana, da madre montenegrina e padre marchigiano, e ha lanciato la sua attività nel 1980, aprendo la sua prima fattoria macrobiotica nelle Marche. La sede centrale di Upm è a Tolentino, in provincia di Macerata. Ma la dieta Ma-Pi è sbarcata oltre i confini italiani, con convegni e riconoscimenti internazionali.
Oltre alle sedi nelle Marche, Romagna, Abruzzo e in Lombardia, ci sono ristoranti da Chieri a Forlì, da Modica ad Arezzo. È qui che tutti possono avvicinarsi a questa filosofia senza esserne degli adepti. Una dieta che Pianesi «ha iniziato a studiare nel 1970 da autodidatta», per contrastare «una malattia definita incurabile», testando su se stesso «l’effetto dei cibi». Si «inventa» così una dieta «composta da soli 4 cibi, crema di riso, semolino, cipolla e carota, il tutto senza sale, olio o altri ingredienti» e con essa decide di «aiutare tutta la popolazione».
Questo è quanto si legge sul sito Internet di Upm, con tanto di citazioni di Pianesi (che ha la terza media in Italia e una laurea ad honorem in Mongolia) e piani alimentari «cucinati in migliaia di case in tutto il mondo e adottate come strumento preventivo e terapeutico dai protocolli in alcuni centri clinici ed ospedali». Una dieta che sposa le raccomandazioni dell’Oms per la prevenzione alimentare del cancro, ma che se seguita senza la supervisione medica o con estremismi, può portare a gravi problemi di salute e insufficienze metaboliche. Anche ad arrivare a pesare 35 chili e a perdere tutto quello che si ha. Vita compresa.