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 2018  marzo 15 Giovedì calendario

Consumi, si salvano solo web e discount

Il dato in sé non fa più notizia: nonostante la ripresa dell’economia, i consumi degli italiani non ripartono. Anzi, diminuiscono. Dopo il calo registrato dall’Istat lo scorso dicembre, in gennaio si approfondisce la tendenza negativa delle vendite al dettaglio che, rispetto al gennaio 2017, sono scese dello 0,8% in valore.
La novità arriva invece dall’inserimento, nell’indice generale dei consumi calcolato dall’Istat, anche delle vendite online realizzate da imprese la cui attività economica prevalente o esclusiva è il commercio elettronico. Un canale che pesa per l’1,9% sull’indice complessivo e che viaggia in controtendenza, come confermano sia il dato di gennaio ( +2,4% rispetto all’anno prima), sia la serie storica degli ultimi due anni, che dimostra una dinamica «decisamente più sostenuta» rispetto a quella dell’indice generale.
Altro elemento che emerge dalle rilevazioni Istat di gennaio è che i saldi hanno perduto (definitivamente) la funzione di stimolare gli acquisti degli italiani. Il calo (sia nel confronto su base mensile, sia su base annuale) ha colpito infatti non tanto i prodotti alimentari, quanto quelli non alimentari. Vale a dire, proprio i beni favoriti dai saldi di fine stagione e per i quali la concorrenza tra negozi fisici e online è più forte.
L’e-commerce, dunque, è l’unico canale di vendita che si salva, insieme a quello dei discount alimentari (+3,6%). La componente prezzo di sonferma dunque determinante nelle scelte d’acquisto. In calo (dell’1,2%) sono le vendite sia nella grande distribuzione, sia nelle imprese operanti su piccoli superfici e la variazione tendenziale negativa colpisce sia gli esercizi specializzati, sia quelli non specializzati.
«Il dato di gennaio non ci sorprende», commenta Claudio Gradara, nuovo presidente di Federdistribuzione, associazione che già il mese scorso aveva stimato un avvio d’anno difficile per i consumi nella Gdo. «Segnali che si confermano anche per febbraio», aggiunge Gradara. Ma soprattutto, secondo il neopresidente, «I dati Istat pongono all’attenzione di tutti la diversità delle dinamiche tra commercio offline e online. Il che rende ancora più urgente la necessità di parità di regole fiscali e di gestione delle promozioni e del sottocosto tra i due canali di vendita».
Sulla stessa la Confesercenti, che stima nel 2017 la presenza in Italia di 18mila negozi online, quattro in più ogni giorno. per questo è necessario, per la confederazione, «intervenire con una web tax più equilibrata e contrastare abusivismo e contraffazione». Centrale, per tutti, è il tema del rilancio dei consumi e dunque, nell’immediato, la battaglia contro l’aumento dell’Iva.