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 2018  febbraio 21 Mercoledì calendario

A Madrid più km di metrò di tutta la rete italiana

Le imprese del Nord-Ovest spingono sul potenziamento delle metropolitane, considerate infrastrutture strategiche per decongestionare i centri urbani di Genova, Torino e Milano, agevolare la mobilità e migliorare la qualità della vita e dell’aria. È il messaggio contenuto nella nuova edizione del rapporto Oti, l’Osservatorio sulle infrastrutture del Nord-Ovest promosso da Assolombarda, Unione industriale di Torino e Confindustria Genova che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare.
L’Italia è in ritardo rispetto agli altri Paesi europei nel settore delle infrastrutture per il trasporto rapido di massa, in particolare nel segmento delle metropolitane. Un ritardo grave, da colmare in tempi celeri – sostengono le imprese – considerando che il 73,6% degli spostamenti in Italia avvengono su scala urbana, con percorsi mediamente di lunghezza di poco superiore ai quattro chilometri (fonte: Studio Ambrosetti-Ferrovie Italiane). Nel Paese vi è un gap infrastrutturale che riguarda tutti gli impianti a rete fissa (metropolitane, tranvie e linee ferroviarie suburbane): nella rete tranviaria, l’Italia presenta 5,3 chilometri per milione di abitanti di rete a fronte di 11,7 chilometri della Francia e 23,3 chilometri della Germania. La distanza verso l’Europa è troppo ampia per non considerarla un problema: in Italia ci sono 234 chilometri di linee metropolitane, meno dei 290 chilometri della sola Madrid; in Germania 630 chilometri, in Gran Bretagna 680 chilometri.
A oggi, la mobilità italiana è un fenomeno legato alla mobilità individuale (tipicamente auto e moto), con valori molto più elevati rispetto alle capitali estere che guardiamo come benchmark. Tutto questo mentre il tasso di mobilità della popolazione italiana, cioè le persone che si spostano giornalmente, è aumentato dal 75,1% all’83,6% nei soli ultimi cinque anni. Potenziare le linee metropolitane è una priorità strategica, soprattutto per ridurre i livelli di inquinamento. La pensa così anche il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, che il 2 gennaio 2018 ha firmato il decreto di riparto di 1,397 miliardi per le linee metropolitane, filoviarie e in generale del trasporto rapido di massa. Le nuove risorse, sommate ai 665,77 milioni approvati dal Cipe del 22 dicembre 2017, ammontano a 2,063 miliardi. «La cura del ferro continua nelle città, in particolare nelle città metropolitane che, con un efficace sistema di trasporto pubblico potranno essere comparabili alle migliori città europee» dice Delrio.
Una cura indispensabile anche per l’Oti, che dedica grande attenzione all’avanzamento delle linee metropolitane nelle città di Genova, Torino e Milano (per queste ultime due città si vedano gli approfondimenti qui sotto). «Milano ha visto nel 2017 – commenta Giuseppe Fontana, vicepresidente Assolombarda alle Infrastrutture per la logistica e trasporti – il superamento delle criticità che avevano rallentato i cantieri delle opere in corso; a Torino è proseguito, seppur con ritardi il completamento della linea 1, mentre è stata avviata la progettazione della linea 2; a Genova non si registra alcun passo in avanti».
Nel capoluogo ligure, rileva l’Oti, nel corso del 2017 il progetto di prolungamento dell’attuale linea metropolitana ha registrato una sostanziale stallo. A oggi la linea congiunge la stazione Fs di Genova-Brignole (con relativo interscambio con la rete ferroviaria) con il capolinea di Brin in Valpolcevera. Tuttavia nell’allegato al Def 2017 del ministero dell’conomia è previsto il potenziamento della attuale rete metropolitana genovese. Il decreto del ministero delle Infrastrutture del 22 dicembre, nell’ambito della cosiddetta cura del ferro, ha stanziato 137 milioni per il trasporto rapido di massa genovese. L’obiettivo resta quello di realizzare il prolungamento della linea in Valpolcevera (tratta Brin-Rivarolo) e nel levante cittadino (tratta Brignole-Terralba).