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 2017  dicembre 14 Giovedì calendario

Paolo Nespoli scende dalle stelle

Grande felicità e un rammarico, accompagnano il ritorno sulla Terra di Paolo Nespoli. L’avventura spaziale si conclude questa mattina alle 9.32 con l’arrivo della navicella Soyuz MS-05 nel panorama desertico del Kazakhstan. Il suo lungo viaggio iniziato il 28 luglio è durato 140 giorni facendo di lui l’astronauta dei record: compiuti i 60 anni, è il più anziano dei colleghi europei e il più alto di tutti (188 centimetri), ma è anche l’italiano che ha vissuto di più nello spazio essendo rimasto lassù, sulla stazione Iss, per 314 giorni in tre missioni. 
Nella prima, «Esperia», organizzata da Asi ed Esa nel 2007 aveva volato con lo shuttle della Nasa portando il «nodo-2» e aiutando la costruzione della casa cosmica. Nella seconda, «MagISStra» (2010), oltre a svolgere un intenso lavoro da scienziato era stato anche il primo europeo a twittare dall’orbita. Appassionato e affascinato dalle immagini della Terra, con i suoi «cinguettii» aveva postato ogni giorno foto spettacolari che gli erano valse la candidatura agli Shorty Awards, gli oscar per i migliori comunicatori nei social media. E ha continuato nella terza missione «Vita» dell’Asi, accompagnata dal simbolo del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, mostrandoci la meraviglia del nostro pianeta «sempre nuovo», come ha raccontato al Corriere in un’intervista dalla Iss. 
Tra uno scatto e l’altro ha affrontato esperimenti preparati dai ricercatori delle nostre università dedicati allo stress, alla perdita di calcio delle ossa per capire come aiutare astronauti in orbita e anziani sulla Terra, ha sperimentato una app ipertecnologica, cresciuto piante e collaudato un giubbotto pieno d’acqua che potrà essere utile ai futuri viaggiatori verso Marte per proteggersi dalle radiazioni. 
Il suo legame con la Terra è stato frequente: ha parlato con Papa Francesco, con il presidente Mattarella, con il primo ministro Gentiloni, gli piaceva in modo particolare dialogare con i ragazzi delle scuole raccontando loro come bisogna essere determinati nell’inseguire i sogni. E lui è un campione di testardaggine e di preparazione: per tre volte ha presentato domanda all’Esa per diventare astronauta e alla fine c’è riuscito nel 1998.
Nel cuore felice per aver realizzato la sua aspirazione («mai immaginavo di poterci arrivare») è nascosto solo un unico rammarico: quello di non essere riuscito a compiere una passeggiata spaziale. Ma è un’ombra che si scioglie nel sole del deserto kazako.