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 2017  dicembre 02 Sabato calendario

Le trame per arruolare i presidenti. Lotito telefonava anche a Natale

Una serie A ridotta da 20 a 18 squadre, con partite fissate anche alle 16 del pomeriggio, «finestre» televisive sfasate rispetto agli appuntamenti più classici. Per usare una metafora di Adriano Galliani al telefono, «perché se io faccio il formaggio, devo fare in modo che piaccia ai miei clienti, perché se no che cazzo faccio il formaggio a fare?».
Le microspie della procura di Milano hanno intercettato per mesi i vertici della vecchia Lega calcio, svelando trame, mire, obiettivi. E se il rilievo penale, spesso, può sembrare secondario, gli «intenti» aprono un mondo fino a oggi inesplorato. Nel mirino, il ruolo centrale dell’ex vice presidente e ad rossonero, Galliani, e un Claudio Lotito, presidente laziale, vero regista e instancabile mediatore. È proprio il numero uno biancoceleste – tutt’ora indagato dalla procura di Milano per l’assegnazione dei diritti della Serie A – che contatta tutti i presidenti delle principali società, per portarli dalla sua parte, per convincerli della bontà dell’operazione che insieme a Galliani, vuole mettere al sicuro. «Galliani – scrivono in una informativa, gli uomini del Nucleo di polizia tributaria – si confronta circa i campionati stranieri che hanno più visibilità e giocano in orari diversi». Lotito gli suggerisce di trovare la persona da inserire in Lega come direttore commerciale. «Il cambiamento di strategia, caldeggiato da Galliani e avallato da Lotito, necessita ovviamente del supporto dell’assemblea della Lega calcio».
E qui, il ruolo di Lotito, sembra diventare centrale. I suoi colloqui con il presidente del Genoa Preziosi – a sua volta indagato nella stessa inchiesta -, erano noti. Fino a oggi inediti, invece, quelli con il numero uno del Torino, Urbano Cairo, del nuovo Milan (Marco Fassone), l’ad del Sassuolo (Giovanni Carnevali) e quello di Udinese e Roma. La vigilia del Natale scorso, il numero uno biancoceleste contatta Cairo. «Lotito dice che il Bologna, la Sampdoria e il Cagliari se vedono, si aggregano, e prospetta a Cairo una condizione in cui, già in partenza, si possa avere uno zoccolo duro, ovvero una maggioranza in modo da cambiare le cose. Cairo propone di insistere sulla differenza abissale tra loro (intendendo le squadre come Torino e Lazio) e la Juve».
Il giorno di Natale, l’operazione di convincimento di Lotito si sposta su Gino Pozzo, «figlio del presidente dell’Udinese». «Io mi auguro di averti dalla nostra parte», l’esordio telefonico di Lotito. Poi, seguono dettagli e assetti nel palazzo che comanda il pallone. Nemmeno l’orario del pranzo di Natale sembra fermare il vulcanico presidente laziale. Alle 13 e 25 il telefono squilla per Umberto Gandini, ad della Roma. Lotito insiste sulla figura di un nuovo manager, «noi dobbiamo andà a prende una persona di altissimo profilo e fargli fare il direttore commerciale». Vuole un uomo «che abbia peso politico». Una strategia «che trova d’accordo» il «nemico», di fede calcistica, Gandini. Il 28 dicembre tocca a Fassone, da poco più di un mese nella nuova proprietà del Milan.
Secondo gli investigatori, le conversazioni intercettate, dimostrano «come la fuoriuscita di Marco Bogarelli da Infront ha di fatto determinato la necessità di individuare un nuovo punto di riferimento nella Lega Calcio, cui delegare la vendita dei diritti tv». Per avere un controllo totale sulla riforma, «Galliani ha poi, sin da subito, coinvolto altresì Bogarelli. E questo – secondo le conclusioni a cui giungono i finanzieri – rappresenta un elemento estremamente rilevante». Il nome individuato come nuovo manager dei diritti tv, risulta essere Andrea Francesco Silva. Gli investigatori sostengono che nel momento in cui nel dicembre scorso, Galliani individua la figura di Silva come probabile uomo nuovo della Lega, il profilo professionale del manager cambia su internet, dove sparisce la sua lunga esperienza in Mp & Silva, ovvero la società che per anni si è aggiudicata i diritti per l’estero della Serie A e B.