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 2017  novembre 14 Martedì calendario

Di cosa si parla a Mosca. Il dottor Stranamore in salsa russa

Sembrava una battuta, ma è diventata un caso di Stato.
«Sapete che raccolgono i campioni biologici di diversi gruppi etnici e di russi che vivono nelle varie regioni geografiche della Federazione? La domanda è: perché lo fanno?», aveva chiesto Vladimir Putin incontrando qualche giorno fa il Consiglio presidenziale per i diritti umani. La dichiarazione era stata subito sbeffeggiata in rete come “roba da X Files” finché non si è scoperto non solo che il leader del Cremlino diceva il vero, ma che dietro alla raccolta c’erano niente di meno che gli Stati Uniti. L’Aeronautica militare americana ha infatti ammesso di avere raccolto in Russia campioni genetici ai fini di una ricerca sull’apparato muscolo-scheletrico umano. Sui media sono iniziate a impazzare varie ipotesi, come quella che gli Stati Uniti volessero creare “un’arma genetica”, una sorta di “bomba etnica”. Alla fine è intervenuto anche il ministero degli Esteri annunciando la messa a punto di “difese biologiche” finché dal Pentagono non arriveranno “spiegazioni più convincenti”. A molti non è sfuggita l’analogia, a parti invertite, con lo scenario ipotizzato dal “dottor Stranamore” di Stanley Kubrick. Lì era il generale Jack D. Ripper a denunciare un complotto sovietico per avvelenare i “preziosi fluidi corporei” degli americani. L’antidoto, non a caso, era la vodka. Chissà se oggi basterà.