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 2017  novembre 14 Martedì calendario

«Brizzi un orco? Non so. Ma i provini con le attrici io non li organizzo a casa». Intervista a Federico Moccia

ROMA «Lei mi mette in difficoltà, perché io Fausto lo conosco e...»
E l’ha visto in tv il servizio delle Iene?
«Sì certo e mi ha colpito molto. Non credevo che, dopo le indiscrezioni sui giornali, quelle ragazze facessero davvero il suo nome».
L’hanno fatto invece, non una ma dieci.
«Ho sentito e sono rimasto senza parole».
Ora però le ritrovi, sennò che facciamo? 
In questa storia di provini & molestie Federico Moccia, 54 anni, regista, sceneggiatore e scrittore, proprio come Brizzi, deve scendere dai suoi rassicuranti tre metri sopra il cielo e non gli piace troppo. «D’istinto le direi che non ci credo, che non può essere, che è assolutamente strabiliante».
Ma poi?
«Poi penso che è incredibile pure immaginare che sia tutta un’invenzione, un complotto».
E quindi?
«Quindi non sta a me giudicare chi mente o chi dice la verità. So solo che umanamente mi dispiace tantissimo per Fausto, intuisco la difficoltà di questo momento che sta attraversando, che sia colpevole o che sia innocente. Una giovane moglie... una bambina piccola che un giorno ritroverà le tracce di questa brutta storia. E in ogni caso, per torto proprio o di altri, c’è una persona che è stata infangata, distrutta, e questo fa tristezza».
Il racconto delle ragazze è molto dettagliato, crudo.
«Io la scena non riesco a immaginarla, anche se è più facile pensare che sia accaduto davvero e sarebbe poco edificante. Magari però si tratta di dieci aspiranti attrici che sono state scartate e che... no, no, basta, qui siamo nella fantascienza, non ci voglio entrare».
Amici, lei e Brizzi?
«L’ho conosciuto ai tempi di Notte prima degli esami, scrissi una recensione sul film che era molto carino. Ci siamo messaggiati qualche volta, incrociati in radio, a feste, cene. Simpatico, gentile. Mai parlato con lui di donne, anche se non ho dubbio che gli piacessero, ma questo vale per tanti».
Le presunte vittime lo descrivono come un orco.
«Completamente diverso dal Fausto che conosco io».
È normale organizzare un provino a due, attrice e regista?
«Bah, ognuno fa a modo suo. Io preferisco lavorare con la produzione, con la mia addetta ai casting che mi fissa gli appuntamenti. Spesso poi non si ha nemmeno necessità di incontrare dal vivo gli interpreti, specie chi ha poche scene, basta un book fotografico o un breve video».
Ha mai selezionato attrici a casa sua?
«Ma no! Al massimo, per conoscere Vanessa Incontrada che recita in Non c’è campo, il mio film appena uscito, sono andato a Bari e l’ho portata fuori a cena. Un’audizione alle dieci di sera è sospetta».
E si usa provare insieme le scene, per capire se assegnare la parte?
«Io mi limito a dare le battute, se manca l’attore: leggo il copione, non recito. Gli altri non so, ognuno decide come meglio crede».
Succede anche il contrario, che sia l’intraprendente provinata a provarci con il regista?
«Da sempre esistono scorciatoie, prese di comune accordo, per ottenere una parte in un film. Come ovunque, non solo nel cinema».
Di avances interessate ne ha ricevute?
«Può capitare».
Qualcuna che si sia mai tolta la maglietta fuori copione?
«No, per fortuna no. La provocazione è più sottile. Una frase buttata lì. Che fai dopo? Andiamo a cena insieme ?».
E lei?
«Scelgo di non capire, di non raccogliere, invento un impegno».
Irreprensibile.
«No, non sono affatto irreprensibile e le tentazioni sono umanissime, è che preferisco restare libero e poter scegliere come voglio, senza costrizioni, non solo da quando sono sposato, pure mentre ero single».
Nessuna raccomandata con Moccia?
«Per fare una cortesia alla produzione, al massimo. Questo lavoro è troppo bello per rovinarlo così, la mia vita la tengo separata dal set e lavoro più sereno».
Tanto magari un’attrice incapace in pochi secondi passa inosservata.
«No, no, si nota, si nota».