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 2017  novembre 14 Martedì calendario

Il Sud perde 700 mila abitanti l’anno. In 10 anni sono 7 milioni. E se ne vanno i più giovani, purtroppo

I tempi dell’economia non sono mai quelli della politica. Sono molto più lenti. In politica si può avere l’impressione che gli errori non si pagano. In economia no. In un suo recente rapporto la Svimez ha calcolato che, procedendo con l’attuale velocità di crescita (che però diminuirà), il Centronord raggiungerà i livelli pre-crisi nel 2019, il Sud invece solo nel 2028. Anche se su questa seconda previsione è lecito avere qualche dubbio molto serio. Il Sud oggi perde circa 700 mila abitanti all’anno.
In dieci anni si tratta di 7 milioni di persone. E quelli che se vanno, come capita sempre in questi casi, sono i migliori: i più giovani e i più istruiti, laureati in genere. Al Sud, quindi, restano vecchi e bambini, i meno scolarizzati, e le donne.
Si può fare qualcosa per cambiare in meglio la situazione? Penso proprio di no. Più si dà un’istruzione ai giovani del Sud, più questi sono motivati (e hanno gli strumenti) per andare a cercare fortuna dove ci sono più occasioni: Milano o anche all’estero. Risulta infatti che negli ultimi 15 anni il Sud abbia perso (nel senso che se ne sono andati via) circa 200 mila laureati per formare i quali era stato speso un patrimonio: 30 miliardi di euro.
È una specie di paradosso, che però fa capire quanto sia difficile recuperare le aree depresse: più investi in istruzione e formazione, più si svuotano, più velocemente perdono le persone valide, le uniche che potrebbero guidare la ripresa. E rimangono quelli che possono sopravvivere solo grazie all’assistenza pubblica, più o meno mascherata.
Il Portogallo ha subito una storia del genere all’epoca della scoperta del Brasile (quando la meglio gioventù là si è trasferita là in cerca di fortuna) e non si è mai più ripreso.
Il nostro Sud, intorno al quale si lavora con progetti speciali da decenni, potrebbe seguire la stessa sorte. In realtà, il Sud paga anche colpe non sue. I servizi sono quello che sono, il reddito pro capite è metà di quello del Nord e quindi i mercati più interessanti sono a migliaia di chilometri di distanza, in parte sconosciuti e comunque non facilmente raggiungibili.
In queste condizioni per un giovane fresco di laurea (e magari con buona conoscenza di qualche lingua straniera) la strada più semplice è la fuga. Al Sud si tornerà per le vacanze o per farlo conoscere alla nuova moglie, trovata magari a Francoforte o a New York.