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 2017  settembre 20 Mercoledì calendario

Svolta a Gaza, Hamas scioglie il governo. Patto con Abu Mazen per andare al voto

Dopo dieci anni sta sbocciando la pace fra i fratelli-coltelli palestinesi: i radicali di Hamas, che controllano la striscia di Gaza dal 2007, e l’Autorità Nazionale, guidata da Abu Mazen con base in Cisgiordania. Il merito della svolta è del presidente egiziano Abd al Fattah al Sisi. Il premier del governo ombra della Striscia, Ismail Haniyeh, dopo «intense consultazioni con l’Egitto», ha fatto pubblicare una nota nella quale annuncia lo scioglimento del suo «governo ombra», che si chiama ufficialmente ‘Comitato amministrativo di Gaza’, e le dimissioni di tutti i ministri. Sempre ieri per discutere le prospettive di riconciliazione, Haniyeh ha telefonato ad Abu Mazen, che era a New York per l’assemblea generale delle Nazioni Unite.Nella storia della lunga lotta intestina non è la prima volta che viene annunciata una pacificazione interna. La differenza in questo caso è il passo formale che accenderebbe finalmente il semaforo verde alle elezioni nazionali, congelate dal 2006. L’ultima data concordata era l’8 ottobre 2016, ma in settembre la Corte Suprema sospese il voto, spiegando che i tribunali della Striscia di Gaza avevano escluso alcune liste elettorali di Al Fatah, il partito di Abu Mazen, nonostante non avessero l’autorità per farlo (il governo palestinese non riconosce infatti la sovranità dei tribunali di Hamas sulla Striscia). La Commissione elettorale, accogliendo la sentenza della Corte, aveva raccomandato al governo controllato da Fatah di organizzarle di nuovo, solo dopo essersi accordato con Hamas. Secondo la stampa locale Abu Mazen si è detto soddisfatto degli sviluppi, ma non ha ancora ordinato il ritiro delle sanzioni di pochi mesi fa, che avevano tagliato gli stipendi dei dipendenti pubblici, la fornitura di petrolio per la centrale elettrica e il flusso degli stanziamenti per Gaza, dove vivono due milioni di persone ridotte allo stremo. La crisi degli alloggi ha spinto alcune centinaia di abitanti disperati a costruire una baraccopoli nel cimitero di Sheikh Shaban. La cautela del presidente palestinese è dettata dai molti fallimenti del passato e anche dalla circostanza che Hamas ha annunciato l’intenzione di cedere all’Autorità Nazionale Palestinese gli affari civili, ma non ha detto nulla delle strutture militari addette alla sicurezza. Per Haniyeh i ministri del governo di Ramallah, capeggiato dal premier Rami Hamdallah, «sono i benvenuti a Gaza», già dalla prossima settimana. Un esponente di Al Fatah ha anticipato una possibile visita del presidente. La data però non è stata concordata. I tunnel segreti che hanno consentito alla gente della Striscia di sopravvivere sono diventati insicuri. Ieri un crollo ha ucciso un miliziano islamista a Rafah. È il terzo incidente mortale in una settimana. L’Egitto li ha bombardati sistematicamente.