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 2017  agosto 18 Venerdì calendario

«Il mio amico Valentino che arriverà fino al 2020 poi correrà nella Nascar». Parla Alessio Salucci, da 35 anni a fianco del Dottore

Il ricordo più lontano è una discesa ripidissima sul triciclo. La prima gara. Di nascosto, mentre gli altri bambini dell’asilo giocavano col solito pallone. «Ma sì, dài: divertiamoci». Inutile chiedergli chi vinse. Quel giorno, Alessio “Uccio” Salucci ha cominciato a parlare al plurale. Per sé e il suo migliore amico: Valentino Rossi. Sono passati 35 anni, ne avevano appena 3 e oggi sono ancora lì: a divertirsi. “Uccio” ricorda il passato, racconta il presente e svela il futuro. Suo e del Doc, che poi è la stessa cosa. Con l’ossessione per il decimo titolo. Un altro paio di stagioni in MotoGP dopo il 2018, comunque vada: Rossi correrà fino al 2020, almeno. Promesso. Poi un futuro da pilota di Nascar, negli Usa. E finalmente, una famiglia. Uccio e Valentino. Inseparabili. «Ma perché io ero l’unico – tra gli amici dell’asilo – che diventato adolescente non aveva ancora un impiego fisso: Stefano Pirro s’era preso un’Ape e faceva il meccanico, Caroni montava mobili, un altro era carteggiatore. Io lavoravo con papà, avevo un po’ di tempo libero e ho cominciato a fargli compagnia nelle prime corse. È cominciato così, però lo sapevo come andava a finire». Come? «Che saremmo rimasti insieme. Per sempre. Io, Vale e gli altri ragazzi di Tavullia: negli ultimi due gran premi ci hanno aspettato al nostro bar, volevamo bere una birra e loro a cazziarci. “Ma come avete fatto a perdere tutti quei punti? Ma la finite di sbagliare? Lo sapete che così il mondiale lo vince di nuovo Marquez?”. Testoni». Prima guidava il motorhome di Valentino, faceva tutto lui. Adesso è il responsabile dell’Academy Vr46. «Sì vabbé, serviva un nome: ma siamo ancora noi. Io e Valentino, Carlo Casabianca e Gianluca Falcioni, Alberto Tebaldi. Il bilancio 2017 è buono: volevamo giocarci il titolo in 4 categorie ed eccoci, con Foggia che va fortissimo nel Cev e Morbidelli in testa in Moto2, peccato per Bulega in Moto3. E Valentino è lì». Veramente Rossi è 4° in classifica, a 33 punti da Marquez. «Questo è un campionato speciale, mai visto: in ogni corsa può accadere di tutto, basta un niente per ribaltare la situazione. E io non ho mai visto Vale così concentrato, positivo». Il decimo titolo sta diventando un’ossessione, per il Dottore. «Non pensa ad altro. Tra un gp e l’altro si è allenato 10 ore al giorno: palestra e moto, moto e palestra. Invece di riposarsi, guarda i video: ma il bello è che si concentra su tutti i piloti, anche quelli che di solito arrivano dietro. Vuole capire come guidano, quali sono i loro punti deboli: per affrontarli meglio, la domenica». Sì, però: ha 38 anni. «Sta meglio che in passato, giuro: non molla mai, è concentratissimo. E siamo sempre davanti. Se non cade a Le Mans, cercando di passare Viñales all’ultimo giro…ma del resto, quello è Valentino: quando può vincere ci prova, al diavolo i rischi». Il decimo titolo: cosa potrebbe dare, in cambio?. «Io darei almeno un dito. Lui sta dando tutto sé stesso, che altro? Da quando ha capito che gli anni sono passati e doveva fare di più, lavora e basta. Alla sera mangia una pizza e va a dormire, al mattino si sveglia e dopo il caffè ricomincia. Sacrifici mentali e fisici mostruosi». Una volta restava il tempo per una bevuta coi soliti amici, quelli dell’asilo e della scuola elementare. «Ultimamente capita poco. E se succede, una parte del suo cervello – quella più grande – è sempre altrove. È giusto sia così, io glielo dico: troppo importante, questo mondiale. Poi avremo tempo di goderci i soldi e il tempo libero, soprattutto lui che vuole mettere su famiglia: ma ora, ci dobbiamo provare». Però se anche quest’anno non ce la fate? «Abbiamo un contratto per un’altra stagione con Yamaha». L’ultimo appello. Poi non resta che arrendersi. «Non lo conoscete mica. Smettono prima i suoi avversari. Io spero in un altro bell’accordo: magari un anno, però punterei a due stagioni. Deciderà Lin Jarvis». Jarvis ha già detto che per lui va bene quel che vuole Valentino. «Hanno bisogno di lui perché trasmette passione, entusiasmo: quando smetterà sarà un bel colpo. Ma magari si appassioneranno a Morbidelli, pilota e ragazzo straordinario». Se si prende la stella, il decimo titolo, allora basta per davvero?«La mia compagna e mia figlia Vittoria me lo dicono sempre: vincete quest’ultimo titolo, così staremo in pace. Ci sono i ragazzi, il team. E il merchandising, ché grazie a Vale ci siamo costruiti il nostro futuro però anche “Albi” Tebaldi è stato un genio, come imprenditore. Ma con lui non sai mai, se e quando si fermerà. Forse qualche gara meno impegnativa: io penso che alla fine sceglierà di andare a correre in macchina in America, con le Nascar. Abbiamo già fatto delle prove, ci piace, siamo andati fortissimo». Come sul triciclo, tanti anni fa.