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 2017  agosto 18 Venerdì calendario

A Torino si studia il nuovo chilogrammo campione. L’INRiM potrebbe riscrivere la storia delle unità di misura

Adesso servono le conferme dagli organismi che governano la metrologia mondiale. Ma gran parte della fatica è stata fatta entro la scadenza del primo luglio. L’INRiM di Torino, in collaborazione con giapponesi e tedeschi, potrebbe riscrivere la storia delle unità di misura. Il 2018 sarà l’anno zero del Sistema Internazionale e quella del chilo è solo la più complicata di sette battaglie. Non c’è una data certa, ma si lavora perché il cambiamento entri in vigore il prima possibile.
Il cambiamento
Tutte le grandezze dovranno essere espresse con le costanti fondamentali della fisica, come già avviene, ad esempio, per la lunghezza: il campione del metro era una barra, ora è una distanza determinata dalla velocità della luce. Il «Grand Kilo», cioè il cilindro di platino-iridio conservato a Sevrès, vicino, a Parigi, da fine ’800, è l’ultimo artefatto rimasto nel Sistema. Sostituirlo è la sfida più complessa: canadesi e americani ci provano con la costante di Planck; i piemontesi, da sempre, con quella di Avogadro.
Il progetto fu avviato negli Anni 70. Enrico Massa (che oggi lo conduce insieme a Giovanni Mana) era un bambino. Da allora il chilogrammo campione sembra aver perso qualche microgrammo. Troppo per i metrologi, che quando dicono «circa» intendono un errore relativo di 10 alla -9. Cioè contano le cose con una precisione così: «Su un metro cubo di sabbia, sbagliamo al massimo di dieci granelli. Il ritardo? Abbiamo il nanosecondo accademico». Un quarto d’ora è un’eternità.
Massa lavora con un altro fisico papà, Carlo Sasso. Sanno spiegare la loro impresa ai bambini: «Usiamo una sfera di silicio 28 (un monocristallo purissimo che costa un milione di euro) che ha una massa di approssimativamente un chilo. Misurando la distanza tra gli atomi, possiamo scoprire quanti ce ne sono nella sfera e di conseguenza sapendo quanto pesa un atomo, quanti ne servono per fare un chilo esatto». Esatto tra virgolette: «Il nostro mestiere è dare la certezza con l’incertezza» insiste Massa. Lo scoglio è la distanza: va calcolata con una precisione di nove cifre decimali. Si usano due interferometri, una massa da 4 tonnellate e una camera a vuoto. Ma pure moschettoni e corde: «Qui siamo alla frontiera, dobbiamo costruirci le cose» racconta Sasso.
Il sito
La metrologia non è schizzinosa: è la scienza dei contadini che dovevano trovare un modo per misurare i campi. È la scienza delle domande più banali e più profonde: che ore sono, quanto manca, quant’è grande il cielo. È nata insieme all’uomo ed è diventata disciplina – spiega Federico Pedrocchi – «quando Galileo ha intuito che bisognava fare esperimenti, cioè misurare le cose». Storica voce di Radio24, Pedrocchi sta aiutando l’INRiM ad aprirsi al web. Ora l’istituto ha un blog che ambisce a diventare il riferimento del settore e si rivolge sia agli specialisti che ai profani. Si chiama «simisura.it», è pieno di curiosità e ha una sezione con il titolo al plurale che è la chiave di tutto: «Immisurabili». Certe volte, semplicemente, bisogna fermarsi.