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 2017  agosto 17 Giovedì calendario

Dal macellaio dell’Ardeatina al piede dell’ultrà: tutti i cold case che restano ancora irrisolti

Cadaveri fatti a pezzi e sezionati. Rinchiusi in buste di plastica e gettati nel Tevere, nei campi o tra l’immondizia. Il caso di Maurizio Diotallevi, che a Ferragosto ha smembrato il corpo della sorella e lo ha buttato in tre diversi cassonetti ai Parioli, non è isolato. Sfogliando pagine di cronaca e verbali di polizia giudiziaria, si ricostruisce un lungo elenco di delitti efferati, rimasti in alcuni casi senza colpevole. Si potrebbe andare indietro fino al 1988, ricordando le sevizie a cui Pietro De Negri, il “Canaro della Magliana”, sottopose il ventisettenne Giancarlo Ricci, ex pugile dilettante. Torturato, ucciso e smembrato.

IL MACELLAIO Per ripercorrere elenchi dell’orrore più recenti, basta pensare all’8 marzo del 2011, il giorno del “Macellaio dell’Ardeatina”. Nelle campagne della periferia di Roma, in zona Ardeatina, appunto, un camionista trova sul ciglio della strada un corpo sventrato. Un cadavere senza testa né gambe, a cui sono stati rimossi pure gli organi. La vittima non verrà mai identificata. Di lei si sa solo che è una donna tra i 20 e i 35 anni, carnagione chiara, taglia 44, alta circa un metro e 70, capelli biondi tinti di rosso. È stata uccisa con tre coltellate, una alla schiena e due all’addome. Poi, è stata fatta a pezzi con una motosega. L’assassino, mai trovato, ha abbandonato nel campo solo il tronco. Le ipotesi sono tante: dal racket della prostituzione al un regolamento di conti, fino al satanismo. Il delitto non verrà mai risolto.

DECAPITATA
Un salto di tre anni e si arriva al 24 agosto 2014. In una villa in via Birmania, all’Eur, la colf Oksana Martseniuk, una trentottenne ucraina, viene uccisa a coltellate e poi decapitata. L’assassino è Federico Leonelli, 35 anni, ospite del proprietario della casa. Colto da un improvviso raptus di follia e imbottito di farmaci, viene scoperto dagli inquirenti mentre sta tentando di fare a pezzi il cadavere della donna e viene ucciso dalla polizia mentre cerca di fuggire. Un video delle telecamere di sorveglianza riprende in diretta l’omicidio. Nei fotogrammi la colf sorprende Leonelli mentre taglia con un coltello degli strofinacci, fugge e viene inseguita. Lui la raggiunge e la uccide a coltellate. Poi, trascina il corpo nel seminterrato della villa, dove avviene la decapitazione.

IL PIEDE
Un anno dopo, l’11 agosto del 2015, nel fiume Aniene viene trovato il piede sinistro di un uomo. Dall’autopsia emerge che è stato amputato a un cadavere. Sull’arto ci sono due tatuaggi: la scritta «Irriducibili» e una frase che recita: «Oggi è un bel giorno per morire». La vittima è Gabriele Di Ponto, 36 anni, ultrà della Lazio, pregiudicato per reati legati alla droga. È la ex moglie a identificarlo, dopo aver riconosciuto i tatuaggi. Sarebbe stato ucciso e fatto a pezzi con una sega elettrica per un contrasto legato agli stupefacenti.