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 2017  agosto 17 Giovedì calendario

Il patron Lotito alza il quarto trofeo e diventa “LoTitolo”

Da “LoTirchio” a “LoTitolo”. O come preferirebbe il buon e umile Claudio una sorta di “Deus ex machina” della Lazio dell’era moderna. Già perché la Supercoppa italiana appena conquistata è il quarto trofeo vinto sotto la gestione del patron laziale, il che fa della Lazio il quarto club più titolato negli ultimi quattordici anni dietro solo a tre top club come Inter, 15 trofei, Juventus 12, e Milan 6. Un vero e proprio asso di Coppa, si direbbe, visto che nel suo personale palmares può contare due coppe Italia e altrettante Supercoppe. E tutto ciò spendendo un decimo, se non ancora meno, delle tre società sopracitate, ma anche di altre che di soldi ne hanno investiti diversi come la Fiorentina, il Napoli e soprattutto la Roma degli americani. Una doppia soddisfazione per uno che negli ultimi anni è stato spesso al centro delle polemiche per il suo modo di fare e di agire. Però, al di là delle controversie sul tema politico-federale e di altre questioni, i risultati sono sotto gli occhi di tutti e per niente contestabili, anche perché ottenuti con chiarezza e un po’ contro tutto e tutti.

UOMINI GIUSTI
«Gli altri parlano, io porto i fatti», uno dei principali leitmotiv del numero uno della Lazio. E come dargli torto, considerati i risultati in relazione agli investimenti effettuati. È vero che in questi anni la squadra ha avuto dei cammini altalenanti in campionato mancando spesso il sospirato salto di qualità, ma è altrettanto certo che la sua squadra ha dalla sua quattro coppe su nove finali disputate, una partecipazione in Champions, una ai preliminari e ben sette partecipazioni all’Europa League, con un quarto di finale con il Fenerbahce nel 2013 che ancora grida vendetta per lo sciagurato arbitraggio dello scozzese Collum. Insomma, un cammino niente male per una società fin troppo criticata. Per non parlare poi della scelta degli uomini, come il diesse Igli Tare, anche lui spesso al centro delle critiche, ma autore di belle scoperte come Biglia, de Vrij, Felipe Anderson, Milinkovic-Savic o Lukaku. Il bello viene ora, perché a questa squadra, con casi scottanti come quello di Keita, manca davvero poco per lottare ad altissimi livelli. Qualcuno teme un replay del 2009, quando la Lazio vinse la Supercoppa contro l’Inter ma rischiò in campionato. Ma quella fu una gara diversa rispetto a quella con la Juve. Con i nerazzurri Ballardini non meritò di vincere ed ebbe parecchia fortuna, la Lazio di Inzaghi invece ha dominato e ha meritato di vincere con la Juve. La differenza non è poca.