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 2017  agosto 17 Giovedì calendario

Nadal. Grinta, clan e crioterapia il ritorno dell’indomabile al numero 1 del mondo

Rafael Nadal, il re della pazienza. Ancor più che del tennis. Lunedì 21 agosto (a prescindere da quel che combinerà a Cincinnati, dove sta giocando) ritornerà ad esserne il n. 1, tre anni, un mese e 15 giorni dall’ultima volta, il 6 luglio 2014. Aveva 28 anni, lo diedero per finito: «il motore è integro ma la carrozzeria non regge più: ginocchia, schiena, polso. Un atleta in declino...». La data simbolo divenne il 19 ottobre 2016, inaugurazione a Manacor della sua Academy con testimonial Roger Federer: la foto di loro due insieme, in borghese, sembrò il titolo di coda delle loro carriere. Fa ridere, a rivederla ora, quella foto. Oggi Rafa Nadal, a 31 anni, si gode la sua rivincita (forse la sua vendetta), come il famoso cinese sulla riva del fiume. Ha incamerato le sconfitte sul campo, digerito le critiche dei media, respinto i veleni di addetti ai lavori. Per tre anni. Come ha fatto? Seguendo le sue regole, e non derogando mai dal suo protocollo. LA FAMIGLIA È noto che Rafa Nadal sia seguito dalla famiglia. È qualcosa di più dei soliti affetti. Un cordone ombelicale. Anche le migliori famiglie si sfasciano, se saltano certi equilibri. Ma non in questo caso. Sebastian, il papà di Rafa, non ha mai litigato con Toni, fratello e coach di Rafa. E Miguel Angel, l’altro fratello nonché ex difensore del Barça, non è mai entrato nel merito. Con la benedizione di nonna Isabel e mamma Ana Maria. Ah, in ultimo non s’è messa a fare i capricci neppure Maria Francisca Perello detta “Xisca”, la ormai decennale fidanzata, che aspetta ancora proposta e anello. Anche questo ha aiutato. IL CLAN Quello sportivo, per intenderci. Che, in fondo, non si discosta molto dalla famiglia. Ma, come detto, i panni sporchi sono stati lavati al riparo di orecchie indiscrete e così anche certe frasi di zio Toni, tipo «dal 2018 non seguirò più Rafa nel circuito» o «la verità è che ogni anno io decido sempre meno, fino al punto di non decidere più niente» non hanno spaccato lo spogliatoio dei Nadal, che hanno optato per la rivoluzione soft, con la cooptazione di Carlos Moya nel clan, unico a credere in Rafa, senza mai cedere al dubbio: «Sono sicuro che Nadal possa tornare a vincere e risalire al n. 1 del mondo» disse profeticamente alla fine del 2016. LE TERAPIE Resta il fatto che i problemi fisici Rafa Nadal li aveva. E si è curato: le ha tentate tutte per poter essere al 100% delle sue possibilità atletiche: lo spagnolo, al di là delle classiche infiltrazioni, ha accettato – tanto per dire di bere acqua di mare (trattata) contro la disidratazione, di usare le proprie cellule staminali per rinforzare la schiena, di tuffarsi in una camera crioterapica per ridurre le microlesioni al ginocchio, perfino un autotrapianto dei capelli (ma questo non c’entra nulla col tennis). LE RIVALITÀ Però va detto che Nadal ha approfittato anche delle debolezze altrui. Oggi le critiche si sono spostate tutte su Murray e Djokovic: sono loro ad essere in crisi. Restano comunque i numeri a confortare gli exploit di Nadal: 4680 punti Atp solo sulla terra rossa. Per questo salirà al n. 1 per la 4ª volta in carriera, la 142ª settimana. A nove anni e tre giorni dalla sua primissima volta. «Quante cose dall’ultima volta che ho occupato questa posizione. Infortuni, momenti difficili, ma sono riuscito a conservare la passione e l’amore per il gioco». Chapeau.