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 2017  agosto 17 Giovedì calendario

Corte tedesca contro Draghi. No di Schaeuble

Una nuova spada di Damocle pende su Mario Draghi e sul recupero dell’eurozona. Ed è un’incognita che pesa proprio sul programma con cui Draghi sta cercando di irrobustire la ripresa. Il Qe, il programma di acquisti di titoli da 60 miliardi al mese, puzza di finanziamento degli Stati, secondo la Corte costituzionale di Karlsruhe. I giudici tedeschi pensano che violi il mandato della Bce e chiedono con urgenza un verdetto dalla Corte di Giustizia europea. L’economista Marcel Fratzscher accusa i togati di ipocrisia: «È un finto compromesso». Se i giudici tedeschi sono convinti che la Bce aiuti direttamente gli Stati, perché non hanno il coraggio di bocciare il Qe? Ma forse la reazione più interessante è arrivata da Berlino. Il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, ha difeso Draghi: con il Qe «non ha leso il mandato della Bce». Ma la luna di miele con l’italiano, attaccato spesso dal politico della Cdu, persino accusato di aver alimentato i populisti dell’Afd, in passato, forse nasconde altro. Da qualche mese, dietro le quinte, è cominciata la corsa per la presidenza della Bce. E se Berlino vuole avere una chance di candidare seriamente Jens Weidmann, non può giocare sempre il ruolo del bastian contrario.