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 2017  agosto 17 Giovedì calendario

«Oggi niente disco, Ilaria dice no». I dubbi di Niccolò, poi la rissa fatale

Niccolò voleva farsi tatuare un quadrifoglio sul braccio. All’appuntamento di sabato pomeriggio, il giorno prima di partire, non è mai arrivato. La notte prima è stato massacrato con calci e pugni da un patito di lotta libera, un ceceno richiedente asilo in Francia. Il quadrifoglio doveva essere il suo portafortuna, non è andata così. La sua vita si è spezzata bruscamente a Lloret de Mar, l’ultima vacanza, dove è stato felice in compagnia degli amici di sempre: Filippo, Andrea, i due Alessandro, a cui quest’anno si erano aggiunti Yuri e Simone. Niccolò ha ballato ed è andato al mare, ha parlato di progetti futuri e dell’amore per la sua Ilaria, della casa da trovare per andare a convivere e dei viaggi da fare. Ecco, dalle parole dei suoi amici e soprattutto di Filippo Verniani, «quasi un fratello», i suoi ultimi 7 giorni. Sabato 5 agosto La vacanza non parte benissimo. Al mattino la signora che ha promesso la camera manda un messaggio: «Mi dispiace, la stanza non c’è più, vi ridò la caparra». Niccolò e gli altri si guardano in faccia. «Che si fa? Lloret de Mar ad agosto è pienissima, rischiamo di dormire in strada...». Si parte lo stesso, all’avventura. Volo low cost Pisa-Girona, in ritardo. Arrivo di sera tardissimo, giro in paese, soluzione trovata. Tre stanze («Ma quanto sono piccole!») in un mega albergo, spesa doppia rispetto al previsto. Cena, passeggiata, primi contatti con i pr delle discoteche. A letto distrutti. «Ragazzacci, domani inizia il divertimento».
Domenica 6 agosto Sveglia tardissimo. «Lasciatemi stare, ho ancora sonno», Niccolò è il più pigro ad alzarsi. Colazione al bar, in spiaggia alle tre e mezzo. Sole, tuffi, messaggi su WhatsApp, tappa al chiosco per i cocktail giganti («È più acqua che alcol» scherza Niccolò), doccia, telefonate a casa e si poi si torna fuori. Copione che sarà ripetuto tutte le giornate. La notte li aspetta, ma c’è un imprevisto. Filippo becca uno spigolo sopra l’occhio, pronto soccorso e 5 punti. La serata finisce qui.
Lunedì 7 agosto Il gruppo prende una decisione. Segno di riconoscimento: bandana colorata, in testa o al polso, accanto ai braccialetti da collezionare, quelli che danno all’ingresso delle discoteche. Perlustrazione lungo Avenue Just Marlés Vilarrodona, una distesa ininterrotta di discoteche e fast food. E di camionette della polizia. Niccolò è prudente: «Ragazzi, siamo stati a Mykonos e Magaluf, ma non ho mai visto tanti agenti. Dev’esserci casino, niente rogne e attenti a muoverci». Un ragazzo che lavora per un’agenzia che organizza feste per italiani propone un pacchetto a 80 euro, tre eventi in due giorni compresi party sul catamarano e disco a Barcellona. Affare fatto, ma oggi si resta a bere al pub.
Martedì 8 agosto Pomeriggio, c’è la festa in barca. Al ritorno tutti soddisfatti: «Birra e sangria senza limiti. E si mangiava pure bene. Dobbiamo ritornarci». E non è finita. Di notte è prevista la seconda tappa del mini tour del divertimento. Al Tropics, 4 sale, 3.000 posti, serata con Mamacita, hip hop e reggaeton fino all’alba. All’uscita, dall’altro lato della strada, c’è qualcosa che non va. «Hai visto quello?» si fanno segno i 7 amici. C’è uno seduto sul marciapiede con la gamba squarciata. «È stata una bottigliata, sta arrivando l’ambulanza».
Mercoledì 9 agosto È il giorno di Barcellona. Solito siparietto al momento della doccia. «Nicco, potevi portarti lo shampoo, non lo consumare tutto». Telefonata serale con Ilaria. «Sei troppo innamorato» scherzano gli altri. E lui: «A settembre si va a vivere insieme, ho già visto un paio di case. Ma resto a Scandicci, non mi allontano da voi, vi romperò ancora le scatole». Risate. L’autobus parte alle 9 di sera, cena organizzata, due opzioni per la discoteca. «Tutti vanno al Catwalk, andiamo anche noi». La notte fila via veloce. Alle 5 si riparte, alle 7 di nuovo a Lloret. Si mangia un boccone, poi a letto.
Giovedì 10 agosto «Sveglia Nicco». «Ma è ancora l’una. Ho sonno e non ho fame». Colazione, mare, chiosco, la sera al Fusion, un bar pieno di italiani che è accanto al St. Trop. «La conoscete? È una discoteca storica. Costa un po’ di più, ma ne vale la pena». I ragazzi concordano: «Prima di partire si può andare». Ma questa sera la scelta cade sullo Zoo. «È più piccola, si può ballare tranquilli». Niccolò trascina tutti: «Nessuno dica che è stanco. Io mi alzo tutte le mattine alle 5 per andare al mercato». E gli altri. «Da quando fai questa vita non ci si vede più». «Prima o poi cambierò».
Venerdì 11 agosto Niccolò avverte: «Stasera riposo. Ilaria non vuole». Tutti d’accordo. Mancano due giorni al rientro in Italia. «Dobbiamo comprare i souvenir per genitori e fidanzate». «E i tatuaggi?». Filippo: «Io voglio farmi un quadrifoglio stilizzato». Niccolò: «Anch’io!». «Abbiamo già tutti una freccia, meglio non farci sempre la stessa cosa». Niccolò: «Io ci metto un 6, il mio numero fortunato». La sera incrociano di nuovo il pr dell’agenzia italiana. «Vi è piaciuto il pacchetto? Perché stasera non venite al St. Trop’. Vi aggregate a 350 ragazzi arrivati con un tour operator». Niccolò è confuso, sa che la fidanzata è contraria. Il cielo è grigio, fa fresco, minaccia pioggia. «Che facciamo in giro?». Chiama Ilaria, alla fine la convince. I «7 della bandana», come si sono autoproclamati, arrivano a mezzanotte e un minuto davanti al St. Trop’. I buttafuori avvertono: «Dopo le 24 si paga di più». Ultimo tentennamento, poi avanti: «A questo punto si entra lo stesso». Tre ore dopo Niccolò cade a terra sotto i colpi di un ragazzo che non ha mai visto prima. E non si rialza più.