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 2017  agosto 17 Giovedì calendario

Filippine, il tragico record di Duterte: uccisi 32 «drogati» in 24 ore

Più di un morto all’ora. L’ultimo, cruento capitolo della “guerra alla droga”, dichiarata dal presidente Rodrigo Duterte nelle Filippine, ha ucciso 32 persone in 24 ore. La maggioranza delle vittime è stata registrata nella provincia di Bulacan, limitrofa alla capitale Manila.
Proprio da là, la polizia ha lanciato un’offensiva per eliminare il traffico di stupefacenti, con l’esplicito sostegno di Duterte. Quest’ultimo, ieri, anzi, ha perfino chiesto ai poliziotti di uccidere quanti più sospetti possibile. Già in precedenza, inoltre, il presidente aveva parlato dei morti come “male necessario” per eliminare la droga e la corruzione. Dalla sua entrata in carica, tredici mesi fa, le stime parlano di almeno10mila uccisi. Il governo sostiene che la polizia si responsabile “solo” di 3.450 e sottolinea che la maggior parte sarebbero dovute a legitti- ma difesa degli agenti. Per il resto degli omicidi, le cause non sono state mai chiarite. Le organizzazioni per la difesa dei diritti umani denunciano migliaia di esecuzioni extragiudiziarie.
Il continuo incremento delle vittime ha scatenato polemiche in patria e all’estero. L’opposizione di settori della società civile, di parte dei mondo politico e della Chiesa è una spina nel fianco di Duterte. A complicare le cose, oltretutto, contribuisce il fatto che sempre più tossicodipendenti entrano in una sorta di “semi-clandestinità”, per scampare alla repressione. Duterte, però, non sembra disposto a un passo indietro. Da poco, ha chiesto alla polizia – a cui da tempo ha promesso l’immunità per eventuali crimini commessi durante le operazioni antidroga – di procedere con azioni «che traumatizzino e spaventino».
«I 32 uccisi recentemente a Bulacan in un’azione su larga scala sono un bene», ha detto, rincarando la dose, ieri, il presidente in un discorso davanti a un gruppo di sostenitori. «Se ne potessimo uccidere 32 ogni giorno, cancelleremmo la piaga che che affligge questo Paese», ha aggiunto. Secondo la polizia di Bulcan, inoltre, 109 sospetti sono stati fermati nelle retate. Le autorità si sono, però, rifiutate di rispondere ai dubbi sollevati dai giornalisti sul fatto che un così elevato numero di persone fosse stata uccisa per «legittima difesa». Oltretutto, nessuno degli agenti impegnati nelle operazioni di questa settimana è rimasto ferito.