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 2017  agosto 17 Giovedì calendario

Il paradosso del «Comma 22» per i giudici tedeschi

Il paradosso del Comma Ventidue si verifica quando una regola offre una possibilità di scelta che è solo apparente. La motivazione con cui i giudici della Corte Costituzionale tedesca hanno deciso di accendere un faro sulla condotta della Banca centrale europea (Bce) sembra proprio un Comma Ventidue: qualunque cosa la Bce faccia sui mercati finanziari, rischia comunque di violare le regole europee.
Come ogni Comma Ventidue, la sua logica non è quella di offrire una scelta, ma di inibire una condotta: è l’ennesimo tentativo della parte più miope tra i falchi presenti nella pubblica opinione tedesca, alla vigilia delle elezioni, di spingere la Bce verso un cambio di politica.
Il paradosso del Comma Ventidue è la moderna versione di un ragionamento circolare, divenuto famoso grazie ad un romanzo in cui un presunto regolamento militare dava ai piloti di aerei da combattimento la possibilità di essere esentati da missioni di guerra in caso di pazzia, ma subito aggiungendo che chi chiede di essere esentato dalla guerra non può essere pazzo. È tale paradosso che viene in mente apprendendo le motivazioni con cui lo scorso martedì la Corte Costituzionale tedesca di Karlsruhe ha deciso di appellarsi alla Corte europea di Giustizia per valutare la conformità alle leggi del comportamento della Bce. La condotta posta sotto osservazione è quella relativa agli acquisti mensili che la Bce ha posto in essere in modo massiccio e regolare dal marzo 2015 ed almeno fino al dicembre 2017 sul mercato secondario dei titoli obbligazionari emessi dagli Stati membri dell’Unione europea.
Tale condotta è stata ed è tuttora caratterizzata da un obiettivo e da un vincolo. L’obiettivo è quello di mettere in atto una politica monetaria espansiva, che contribuisca a riportare il tasso europeo di inflazione intorno al due per cento annuo. Il vincolo è quello di evitare che la condotta monetaria favorisca il finanziamento di un qualunque squilibrio di finanza pubblica in un qualunque Paese membro.
Al fine di ottenere il suo obiettivo e rispettare il vincolo, la Bce si è autoimposta delle regole, tra cui quella di acquistare i titoli secondo proporzioni che rispettino il peso di ciascun Paese nel suo capitale. La logica è che la dimensione dell’acquisto, e quindi la sua rischiosità, è correlata al contributo che ciascun Paese solvibile fornisce in termini di capitale di rischio della Bce. Gli acquisti dunque non hanno alcun legame con le condizioni di finanza pubblica dei Paesi membri. La Bce persegue il suo obiettivo rispettando al contempo il vincolo europeo.
Non è però un equilibrio facile da mantenere; non a caso il ministro tedesco Schauble ha definito «infernale» il compito della Bce. Infatti le scelte della Bce devono fare i conti con la reale fisionomia dei mercati dei titoli pubblici europei. In particolare, occorre tenere d’occhio i titoli tedeschi, che sono caratterizzati da una offerta relativamente scarsa – dato l’eccellente stato della finanza pubblica di Berlino – e da una domanda sempre abbondante.
Per cui, ecco il Comma Ventidue: la Bce, con i suoi acquisti sistematici, contribuisce alla liquidità dei titoli tedeschi, agevolando nei fatti il finanziamento del relativo fabbisogno pubblico, quindi violando le regole europee. La Bce avrebbe così una sola strada per azzerare i rischi di violazione: cessare al più presto la politica monetaria ultra espansiva. Il ragionamento è evidentemente circolare, ma questo poco importa ai falchi tedeschi: far muovere le corti dà visibilità, anche ad autentici carneadi, dell’accademia e non. E le elezioni tedesche sono alle porte.