Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  agosto 17 Giovedì calendario

Schäuble difende Draghi sul Qe

È un «compito infernale», il suo, e in ogni caso il mandato «è stato rispettato». Persino il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble – in piena campagna elettorale – è sceso in campo per sostenere la Banca centrale europea, nel suo lavoro di definire una politica monetaria unica per i 19 paesi di Euralandia. È un sostegno importante, anche se inevitabilmente poco influente, ora che la Corte costituzionale federale tedesca ha chiesto alla Corte europea di giustizia di valutare la legittimità del quantitative easing, gli acquisti di titoli realizzati a partire da marzo 2015.
Schäuble, con l’obiettivo di distanziarsi probabilmente dagli euroscettici di Alternativa per la Germania (AfD) – non particolarmente forti nei sondaggi – è stato molto esplicito: «Non condivido questo parere, credo che il mandato sia stato rispettato». I giudici della Corte di Karlsruhe – la città dove l’organo costituzionale ha sede – invece sono convinti che ci siano «gravi ragioni per dubitare» sul rispetto dei trattati da parte della Bce. Per questo motivo hanno chiesto alla Corte europea una questione pregiudiziale, interpretativa ma vincolante – come era già avvenuto in passato, a proposito dell’Omt – con l’obiettivo però di emettere comunque una propria sentenza.
Le argomentazioni dei giudici tedeschi puntano sul divieto, inserito nei Trattati, di finanziare i governi attraverso la politica monetaria. La Bce ha sempre spiegato che, intervenendo sul mercato secondario e non direttamente in asta, e con criteri oggettivi, quel divieto era rispettato. La Corte costituzionale, nel suo “ricorso” – annunciato martedì ma risalente in realtà al 18 luglio – ritiene altrimenti: i mercati e i governi sono oggi sicuri che i titoli di Stato (insieme a molti altri titoli privati) saranno acquistati e non c’è modo di verificare se c’è un periodo minimo tra l’emissione di un bond e il suo acquisto da parte dell’autorità monetaria. Altri problemi emergerebbero dal fatto che i titoli sono detenuti fino alla scadenza, e che sono stati acquistati anche bond con rendimenti negativi (tedeschi, soprattutto) che comportano un costo per la Banca centrale.
La precedente decisione della Corte europea sugli acquisti legati al programma Omt non sarebbe infine immediatamente applicabile al quantitative easing: quello strumento, mai attivato operativamente, presuppone una richiesta di aiuto da parte di un Governo e un accordo sulle condizioni da rispettare perché il programma sia effettivamente applicato.
La procedura alla Corte di Karlsruhe prende avvio dal ricorso di alcuni cittadini tedeschi, che ritengono illegittima costituzionalmente la partecipazione della Germania al programma. In uno dei ricorsi si chiede alla Corte di ordinare alla Bundesbank, la banca centrale tedesca, ogni collaborazione con la Bce sul quantitative easing. A conferma del carattere anche elettorale dell’iniziativa – i ricorrenti sono vicini all’AfD – si chiede inoltre al Governo di Berlino di attivarsi per bloccare il programma e di ricorrere esso stesso alla Corte europea.
La Banca centrale europea ha risposto ribadendo la corretteza del proprio operato, e ha precisato che il quantitative easing continuerà come programmato. Oggi la Bce acquista 60 miliardi di titoli, pubblici e privati, al mese e ha preso l’impegno di farlo fino a dicembre 2017. In autunno dovrebbe decidere cosa accadrà l’anno prossimo: ha già annunciato che il programma non sarà interrotto bruscamente, e quindi investitori e analisti si aspettano una graduale riduzione dell’impegno. In ogni caso, ha spiegato più volte il presidente Mario Draghi, gli ammontari rimborsati dei titoli in scadenza saranno reinvestiti: la Bce intende quindi restare presente sui mercati. Finora sono stati aquistati 2.300 miliardi circa di titoli.
La Banca centrale europea ha anche avuto il pieno sostegno della Commissione europea, che interverrà formalmente alla Corte di giustizia a sostegno dell’autorità monetaria.