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 2017  agosto 15 Martedì calendario

Intervista a Luigi Dall’Igna: «Dovizioso doc come l’Amarone. Il Mondiale si vince con la fantasia»

Toglietevi dalla testa l’immagine dell’ingegnere che si divide tra numeri e bulloni senza mai alzare la testa. Luigi Dall’Igna, direttore generale della Ducati dal 2014, è l’uomo dietro il trionfo di Dovizioso di domenica a Zeltweg e, come la moto italiana, è diverso da tutti gli altri. In Austria è arrivato con la famiglia guidando un camper e ama festeggiare ogni successo con buon cibo e ottimo vino insieme agli amici.
Quest’anno ha già avuto tre occasioni, quante le vittorie di Andrea Dovizioso, per organizzare ottime cene. Che vino abbinerebbe al suo pilota?
«Un Amarone, perché è il vino che amo di più e Dovizioso in questo momento mi sta piacendo tanto».
Continuiamo con il gioco, Lorenzo è un buon bicchiere di…?
«Un vino francese ancora giovane, che ha bisogno di maturare, naturalmente sulla nostra moto».
Passiamo agli avversari: Marquez.
«Aceto, perché nel suo ruolo di principale avversario mi è un po’ indigesto» e sorride...
Valentino Rossi?
«Un Barolo, un vino che non finisce mai di maturare diventando sempre più buono col tempo».
Resta Maverick Viñales.
«Con lui sono in difficoltà, non ho un vino da accostargli perché non sono ancora riuscito a interpretarlo alla perfezione».
Nell’inverno aveva dichiarato di non avere più scuse per puntare al titolo con la Ducati, pensava di farlo con Dovizioso?
«Andrea è uno di quei talenti che avrei sempre voluto avere dalla mia parte e in passato gli feci la corte a lungo. Quando era in Aprilia mi rese la vita molto difficile da avversario, sia in 125 che in 250. In MotoGp, però, fino a ieri non aveva dimostrato tutte le sue qualità».
Non doveva essere Lorenzo la punta di diamante?
«Quando ho voluto Giorgio (Dall’Igna lo chiama sempre italianizzando il suo nome, ndr) ero convinto che la sua presenza avrebbe fatto bene anche al compagno di squadra. Avere a fianco un pilota del suo calibro dà grandi motivazioni».
Però Dovizioso sta stupendo molti. Anche lei?
«Andrea aveva fatto un “click” nel finale della scorsa stagione, dal Gp di Aragon a quello di Valencia era stato il pilota che aveva portato a casa più punti in MotoGp, grazie a gare bellissime, anche su circuiti che di solito non digeriva, come Phillip Island. Da quel momento ha avuto più grinta, ha iniziato a crederci maggiormente».
Dovizioso è pronto a lottare per il titolo, lo è anche Ducati?
«Abbiamo ancora degli aspetti da mettere a posto, ma d’altra parte la moto perfetta non esiste e vale per tutti. In alcune condizioni sono favoriti i nostri avversari e in altre noi. Sappiamo bene quali siano i nostri punti deboli e stiamo continuando a lavorare per migliorarli. Non so se alla fine dell’anno saremo i migliori ma, come Dovi, ci stiamo credendo anche noi».
È una vecchia storia: il Davide Ducati contro i Golia giapponesi. Come si battono?
«Utilizzando armi diverse dalle loro, è evidente che giocando con le stesse carte contro i colossi si è destinati a perdere. Saremmo dei matti a farlo, quindi noi usiamo la fantasia. Negli ultimi tre anni ci siamo sempre inventati qualcosa di diverso e siamo stati poi regolarmente copiati».
Come le ali sulla carena, abolite alla fine dello scorso anno…
«Sì, oppure il modo di utilizzare i team satellite per lo sviluppo o ancora la programmazione dei test. Copiano la nostra filosofia ed un bel segnale e una soddisfazione, anche se fa un po’ girare le scatole».
Sta andando tutto alla perfezione, manca solo Lorenzo. Qual è il suo giudizio?
«In realtà sto vedendo segnali incoraggianti, Giorgio ha fatto una gara robusta in Austria. Non ha sbagliato il modo di guidare, ma la strategia, mettersi davanti a tutti all’inizio è stato un errore per il consumo di gomme e benzina. Negli ultimi due Gp gli ho visto fare cose bellissime dal punto di vista tecnico, a Brno era stato veloce sul bagnato e anche col l’asfalto umido, una novità assoluta per lui».
Potrebbe essere un prezioso alleato per Dovizioso nelle ultime gare in ottica campionato?
«Assolutamente sì, sono molto fiducioso per questa ultima parte della stagione».