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 2017  agosto 14 Lunedì calendario

Francia, i primi 100 giorni di Macron. Nella spiaggia dei vip: non ci tradisca

Alle 10.30 di una domenica mattina le Carrousel du Moulleau, la giostra che riproduce esattamente le giostre di fine 800, cavallini compresi, ospita una gran quantità di bambini. Biondi, carini e silenzosi. Nessuno grida e nessuno chiama la mamma. Mamme che sono in genere bionde, abbronzate, magrissime. Scortano i piccini con quell’aria da «ho messo la prima cosa che ho trovato nell’armadio», un’attitudine che solo le parigine possono esibire senza sembrare sciatte. Infatti alle 10 del mattino sono perfette (ma non perfettine) negli short caki e canottiera bianca. Le assistono mariti coetanei, per anche loro magri, abbronzati e assolutamente non tatuati. Da queste parti qualche tatuaggio è ammesso solo tra gli insegnanti di wind surf. La musica che accompagna i bambini sulla giostra non apppartiene nè alla categoria canzonetta pop delle nostre sagre di paese nè al carillon ripetitivo tipico delle giostrine in tutto il mondo. Qui il soundtrack è lounge, per la precisione collezione Hotel Costes. I bambini fanno di necessità virtù. A sinistra della giostra si fa la coda per il battello che porta a Cap Ferret. Pochi e silenziosi. A destra ci si prepara per la messa en plein air.
LE SEI GENERAZIONI
Benvenuti ad Arcachon, il mare della gente che parla a bassa voce, fa molto sport e viene qui da almeno sei generazioni. I bisnonni novantenni, tutti molto ben tenuti, sono rispettosamente accompagnati nella passeggiata da bisnipoti che amano questo posto almeno quanto i loro genitori, i quali sono sulla cinquantina, scattanti e appartenenti a quella tribù cosmopolita che non piace alla attuale Casa Bianca. I cosmopoliti non hanno radici, ha detto alla CNN il consigliere di Donald Trump. Forse è vero, ma non per quelli che ogni estate tornano ad Arcachon dopo aver ballato qui il primo lento, fumato il primo joint, baciato la prima ragazza che poi magari è ancora la stessa moglie. I divorzi si portano poco, nel piccolo mondo cosmopolita e conservatore di Arcachon. Un mondo che avrebbe votato Juppè, si è acceso d’entusiasmo per Macron e ora lo aspetta alla prova. «Ma col generale De Villiers si è comportato male. Non si tratta un uomo di prim’ordine, uno amato e rispettato dai suoi uomini, come se fosse un qualsiasi ceo» e a dirlo è, per l’appunto, un amministratore delegato parigino. Uno che Macron l’ha votato.
I MANAGER
Arcachon è il regno degli amministratori delegati. Ad agosto si ritrovano tutti qui; il ceo del grande brand internazionale di moda (base a New York) e l’imprenditore del settore energia (base ad Amsterdam). Quelli che vivono a Londra e fanno merger and acquisitions («Per me con Brexit non cambia molto. Tanto io in Gran Bretagna non investo» rassicura uno di loro) e quelli che vivono a Parigi da generazioni e ora, col Tgv che impiega solo due ore, contribuiranno a far crescere ancora di più il locale mercato immobiliare.
Arcachon conta più di tredicimila abitanti d’inverno e molti di più d’estate. Per fare un confronto con qualche analogo luogo di vacanza italiana, è un po’ Sabaudia per le sue dune, la sabbia bianca, le ville sulla spiaggia e un po’ Forte dei Marmi per la tradizione di buona borghesia che dai primi del Novecento l’ha eletta a luogo prediletto dell’estate.
Qui Louis Gaume arrivò nel 1911 al seguito del Tour de Francia e dopo la guerra, in società con un proprietario terriero, decise di fare di Arcachon e delle dune di Pyla la nuova Biarritz con vista sull’oceano. Anche i Rothschild finanziarono l’impresa e lui costruì ville per una clientela haute de gamme, stile basco, sobrio e riconoscibile. Molte hanno il marchio di fabbrica di un celebre architetto dell’epoca, una finestra oblò al centro, per ville che si chiamano La Canope. La leggenda vuole che l’architetto fini’ per costruirne due anche per lui, sulla spiaggia di Moulleau: una più grande per la moglie, e una (a prudente distanza e piu’ piccola) per l’amante.
Le ville ad Arcachon si dividono in ville d’hiver (costruite sulla collina prima che arrivasse Loui Gaume, hanno linee suggestive, alcune evocano in grande stile la casa di Hansel e Gretel) e ville d’eté o de printemps. Una grande casa sulla spiaggia, nella zona di Pyla-sur-Mer, con nove o dieci stanze, sta sul mercato attorno ai sei milioni di euro. Una ville d’hiver nello stile che somiglia alla casa di Hansel e Gretel, è offerta a una cifra più abbordabile: un milione e duecentomila euro.
I REALI
Ad Arcachon la famiglia reale del Belgio ha trascorso le vacanze per anni: possiede una grande villa un po’arretrata rispetto alla spiaggia. Ad Arcachon un Sarkozy ancora innamorato della sua seconda moglie, Cecilia, si fece fotografare per la copertina di Paris Match, avviando la campagna elettorale che l’avrebbe portato all’Eliseo. In generale, però, la gente che da generazioni possiede qui una casa non ama nè i famosi nè il denaro troppo nuovo. Non ama nemmeno i turisti stranieri. «Qualche tedesco, qualche belga. Anni fa arrivò anche qualche russo, ma se ne sono andati. Arcachon è un posto molto tranquillo, forse troppo per loro».
Anche chi lavora a Londra nel mondo della finanza, qui sceglie il basso profilo. Di Ferrari se ne vede una sola. Passa e ripassa ma non se la fila nessuno. Grandi yacht non pervenuti. Ma tutti o quasi hanno un bel gommone per andare a fare il bagno davanti all’Isle d’ornitologie, riserva ornitologica. La sera ci si ritrova nelle case: i ristoranti sono pochi e c’è un solo, diciamo cosi, locale notturno, ma ci vanno i quindicenni per rimorchiare delle diciannovenni (o viceversa) racconta con sussiego una che di anni ne ha ben venti. I ragazzi qui arrivano da Londra, Parigi, New York, Amsterdam, Bruxelles. Sono francesi cosmopoliti come i loro genitori, anzi di più, hanno studiato o studiano nelle International Schools di Hong Kong o di Washington, un pezzo di Francia che tornerà, forse, a Parigi, ma per ora si forma alla London School of economics, oppure all’università di Bath, o negli Stati Uniti.
LO CHAMPAGNE
Padri, figli, madri, zie, cugini, si ritrovano la sera nelle ville davanti all’oceano. Grandi couscous, ottimo champagne, a servire ai tavoli padroni di casa ed amici. Qui non usa disporre di filippine nè lungo orario nè fisse. Al massimo, in cucina, simpatiche signore locali che danno una mano ai villeggianti d’estate. Eppure i conti in banca di questi residenti estivi di Arcachon sono robusti, sicuramente solidi da generazioni. A tavola si parla poco e niente di politica, molto di mare, barche. Il caso franco-italiano, i cantieri di saint Nazaire, non e’ di alcun interesse. Marginale anche per chi ne ha letto sul Figaro. A Macron guardano ancora con aspettative. Certo, è calato nei sondaggi. Certo, si gioca tutto con la legge sul lavoro. Ma qui, nell’Arcachon dei francesi cosmopoliti, conta solo una cosa. O meglio due. Conta cosa deciderà sulle tasse e se saprà tenere alto il sentiment, l’umore della nazione. «Abbiamo avuto anni molto difficili. Depressi. Ora lo spirito è cambiato. C’e’ speranza. E nel business, lei lo sa, la speranza è tutto» sorride con prudenza un pubblicitario parigino. Una prudenza che il più anziano del gruppo, un settantenne ex funzionario in pensione, proprio non ha: «In questa stanza avremmo tutti votato per Fillon se non ci avessero convinto che si trattata di un voto inutile perché l’inchiesta l’aveva messo fuori gioco. Speriamo di non esserci sbagliati».