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 2017  agosto 14 Lunedì calendario

Berlinesi più in bici che in auto e ora avranno le super-ciclabili

Non è necessario arrivare agli eccessi di Henry Miller, che definiva la bicicletta la sua “migliore amica” e ammise una volta che “se avessi potuto, ci avrei fatto l’amore”. Ma per molti berlinesi è diventata il principale mezzo di locomozione e se ne separano raramente: il 18% si muove prevalentemente sulle due ruote contro il 17% che usa soprattutto l’automobile. Lo sanno anche i malcapitati turisti che scambiano le caratteristiche ciclabili rosa per un pezzo di marciapiede: è più pericoloso che giocare a pallone in autostrada. In questi giorni Berlino ha preso la solenne decisione di diventare definitivamente il paradiso delle bici. Il piano per la mobilità appena approvato dal senato della città- land ha fatto esultare le associazioni degli appassionati, strabuzzare gli occhi agli ambientalisti e mandato su tutte le furie la potente lobby degli automobilisti. Il Senato ha dato il via libera a una rivoluzione che garantirà piste ciclabili in ogni via principale ed entro il 2030 una viabilità «senza intoppi, fluida», per usare le parole dell’assessora ai Trasporti, Regina Günther. Detto in soldoni: ove necessario le ciclabili saranno blindate con paletti o altri ostacoli per impedire che i camion che le intasano quotidianamente per caricare e scaricare merci continuino a farlo. In generale, le ciclabili saranno allargate in modo da garantire un “sorpasso agevole” – probabilmente misureranno tra i 2 e i 2,30 metri, secondo gli esperti. Il piano prevede 100mila nuove rastrelliere, persino edifici con parcheggi dedicati e lo smaltimento delle bici abbandonate. E se verranno segnalate su un sito dedicato buche o strade danneggiate, ci sarà l’obbligo di ripararle entro sei mesi. La nuova legge è un radicale cambio di filosofia. Per la prima volta in Germania, i mezzi pubblici e la bici saranno considerati “prioritari rispetto al traffico individuale automobilistico”. Entro il 2025 Berlino – si noti: la capitale del Paese che vive dell’industria dell’auto come nessun altro – vuol ridurre le quattro ruote a una presenza marginale. Del resto, la città si è già posta l’ambizioso obiettivo di diventare “a emissioni zero” entro il 2050 e di cancellare anche gli incidenti, entro la metà del secolo. Un altra misura già approvata l’inverno scorso che è stata inglobata nel piano per la mobilità e fa brillare gli occhi ai ciclisti è quella delle “superstrade”. La capitale si doterà, spesso lungo i percorsi delle vecchie linee ferroviarie abbandonate, di 100 km di ciclabili “veloci”. Si tratterà di percorsi più lunghi di 5 km dove i semafori non dureranno più di trenta secondi. Per garantire la massima sicurezza, le “superstrade” per le due ruote saranno larghe almeno 4 metri. Se la legge per le bici è rivoluzionaria, non arriva però a caso. E non perché il 2017 sia il bicentenario dell’invenzione della due ruote, scaturita dalla vivace fantasia del tedesco Karl von Drais. Il governo rosso-rosso-verde della capitale avrebbe rischiato di subire l’onta di un referendum che gli avrebbe imposto comunque una rivoluzione delle ciclabili. La raccolta di firme per la superstrada delle bici e la mobilità rivista procedeva a spron battente e aveva raggiunto quota centomila. Così la nuova giunta Mueller – che certo non avrebbe voluto subire un referendum più a sinistra delle proprie politiche per la mobilità – ha raccolto attorno a un tavolo le associazioni dei ciclisti (non quella degli automobi-listi, l’Adac) e ha elaborato il piano presentato nei giorni scorsi. Puntuale, la rivolta dell’Adac, che lamenta ora la marginalizzazione degli automobilisti. Ma anche Florian Graf e Oliver Friederici della Cdu hanno commentato che «il governo sinistra-verdi ha un problema con le automobili». Tranchant la risposta dell’assessora Günther: «Più persone prendono i mezzi pubblici o la bici, meglio è per gli automobilisti che non incontrano più traffico per le strade». Impeccabile.