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 2017  agosto 13 Domenica calendario

Ma le avventure di Corto Maltese non finiranno mai

Lo so che sembra fatto apposta, ma credetemi: è solo una coincidenza. Scrivo queste righe da un locale con le pareti letteralmente tappezzate di strisce a fumetti di Corto Maltese. La sua faccia e la sua cicca sono dappertutto: stampate sulle bustine dello zucchero, sulle tovaglie, sui cuscini, sui menù, sui grembiuli dei camerieri. Ho appena ordinato un piatto che si chiama “Operation Swordfish”. Le traduzioni dei fumetti sono impilate agli angoli, gli oggetti di marineria appesi al muro, il berretto di Corto pende dall’attaccapanni, come se il proprietario fosse entrato un minuto fa. Tutto rimanda al personaggio inventato da Hugo Pratt. E il bello è che mi trovo nel centro storico di Spalato, Croazia. Sono finito qui seguendo il primo consiglio del ragazzo del b&b, che non ha avuto dubbi: “Corto Maltese”. E mi è sembrato un segno: in cerca delle parole per questo articolo, le ho trovate in un tempietto vitale e fuori mano, imprevisto, tutto votato a una creatura romanzesca. Dico romanzesca perché solo certi personaggi letterari vantano simile autonomia rispetto alle pagine da cui sono usciti: hanno come una loro vita fuori, oltre, continuando a esistere senza l’autorizzazione dell’autore. Guadagnano uno statuto di umani, la cui biografia è ricostruibile, quasi documentabile, come per ciascuno di noi: resta qualche zona d’ombra, qualche mistero, qualche incongruenza, ma d’altra parte la verità su una vita non torna mai del tutto. Maltese fuma, cammina, esplora, naviga da mezzo secolo nelle strisce di Pratt, o da centotrent’anni se guardiamo all’anagrafe. Ma non invecchia, è come se avesse sempre l’età in cui muoiono le rockstar – e però non muore. È alto, magro. Spesso ha un’aria trasognata. Infila il berretto, accende un’altra sigaretta, non le offre agli sconosciuti. Lo riconosce anche chi non ne hai mai letto. L’ha sfiorato anche chi non l’ha incontrato mai. O tardi. Adriano, un disegnatore nemmeno ventenne, a mia domanda risponde che gli piace – nel Pratt di Corto Maltese – l’uso del bianco e nero, il modo in cui funziona il tempo – rallentando o accelerando – nelle vignette, e come l’autobiografia, il vissuto, si nasconde nelle storie. La grandezza di questo fumetto romanzesco è in questo: inesauribile generatore di atmosfere, di uno specifico clima, estensione quasi fisica di un certo sentimento dei luoghi, e forse anche dell’esistenza. Così l’ho conosciuto anch’io, ben prima di leggerne le storie. E mi è piaciuto che lui, Corto, fosse severo e insieme gentile, nel senso antico del termine, dunque nobile; che si muovesse in una geografia precisa e dentro un tempo storico altrettanto preciso, che non fosse insomma fuori dalla Storia, ma dentro –come noi, come tutti. E che ogni tanto incontrasse gente davvero esistita, gente speciale, magari anche scrittori, come Jack London o James Joyce, o come il nostro D’Annunzio. Antonio Tabucchi, che da bambino aveva amato Stevenson, Verne e Salgari, e – ormai adulto – anche Corto Maltese, un pomeriggio mi mostrò un suo racconto con protagonista il grande marinaio di Pratt. Metteva allo stesso tavolo Corto e il suo “creatore”, Hugo. A Lisbona, naturalmente. In un locale male illuminato, con tavolini di marmo e un bancone di zinco sporco. In un angolo, cinque marinai che bevono birra. «Ci conosciamo, ci siamo già visti a Venezia credo, o a Malta o ad Aden, o in un altro luogo di questo vasto mondo», dice Corto. Non ne sono sicuro, risponde il signor Pratt, «ma tu assomigli a un mio amico, potresti essere un mio amico. Più che amico, rispose Corto, un suo intimo, ma mi dica, perché ci vediamo qui, cosa sta facendo in questa taverna in cui si mangia il pollo al peperoncino?». Parlano di una missione da compiere. Pratt dice che la politica non è il suo forte, ma che è fedele alla triade della rivoluzione francese. Corto si annoda il fazzoletto, guarda l’orologio. Senza darsi aria da eroe, come i veri eroi, dice che se c’è una missione, allora non c’è tempo da perdere. Meglio avviarsi. Intanto, una donna comincia a cantare un fado struggente. La ragazza francese del tavolo accanto al mio – Spalato, agosto 2017 – è entusiasta di avere trovato una traduzione francese dei fumetti di Pratt. La sfoglia mentre mangia carpaccio di pesce spada. Il fratello cerca notizie aggiuntive su Wiki- pedia. Il padre fa un video. Le storie si rimettono in moto, il marinaio riprende il berretto e va via. Il tesoro c’è di sicuro, dice Corto. Basta lasciare un po’ di sogno addosso alla realtà, un po’ di esotico sulla crosta del mondo.