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 2017  agosto 13 Domenica calendario

Non cerchiamo risposte definitive. Supercoppa, stasera il via ufficiale alla nuova stagione

Finalmente si torna a casa. Dopo un paio di Natali a Doha senza i Vanzina ma con tutto il resto e dopo la remotissima Cina, ecco di nuovo l’Olimpico che è appunto la casa del calcio, non solo di Roma e Lazio. Una faccenda che parla di identità, storia e in questo caso anche geografia. Ed è passionaccia, anzi “caciara”: stasera ci sarà un sacco di gente nel tempio che fu di Livio Berruti e che non smette di appartenere a tutti, con il Coni lì di fianco. Davvero non ci sarà bisogno di mettere il disco con il tifo finto. Delle ultime 6 finali, soltanto due sono state giocate in Italia; l’ultima proprio a Roma, nel 2013, guarda caso tra Juve e Lazio (finì 4-0). Ora si rinuncia a qualche milione ed è una prova di forza, non un segno di fragilità. Il nostro calcio riallinea la sua orbita, rimette a posto lancette e calendario: non più la finale che dava un senso di ingombro alla vigilia di Natale, con i giocatori in partenza per le spiagge (anche perché quest’anno ci sarà campionato il 23 e il 30 dicembre) ma l’apertura classica della stagione come in Inghilterra, Francia e Germania dove si è già giocato, e come in Spagna dove l’andata va in scena stasera e il ritorno mercoledì. Senza esotismi, senza quel “famolo strano” che sembrava l’unica via per uscire dalla crisi rinunciando alla gente che stasera riempirà lo stadio. Una gara vera invece di quegli stucchevoli mini tornei degli sponsor, defunti senza rimpianto. Ed è chiaro che non ci saranno risposte definitive, troppo presto, il mercato è apertissimo e proprio un pezzo di Lazio potrebbe diventare una parte di Juve, ma la voglia di pallone è grande. A 6 giorni dall’inizio del campionato lo scenario ufficiale è anche qualcosa di profondamente serio. La crisi resta, ma forse abbiamo smesso di fare gli accattoni, elemosinando euro in cambio del deserto, dentro un deserto vero e proprio e non metaforico. Se lo tengano. Il calcio è stato inventato in Europa, e l’Italia lo ama ancora tanto: se ci si crede, ogni nuova frontiera è quasi sempre la propria.