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 2017  agosto 13 Domenica calendario

Psicoanalisi di (Lucian) Freud

Elisabetta II, la Regina d’Inghilterra, quel piccolo ritratto non l’ha mai amato: la corona di diamanti che sembra un cappellino, lo sguardo cupo, l’espressione che il «Sun» aveva impietosamente paragonato a quella di «un travestito». Eppure in quel ritratto del 2000 così anomalo c’è il segreto di un grande pittore, forse il più grande dei moderni: Lucian Freud (1922-2011), capace come nessun altro di scavare nell’animo umano, un realista (o secondo altri critici un manierista) che con le sue pennellate pesanti («Voglio che la pittura sia carne») è riuscito a fermare tutte le inquietudini del tempo. Conquistando visitatori (175 mila in soli tre mesi per la mostra alla National Portrait Gallery di Londra nella primavera 2012) e compratori: tanto che nel maggio 2008 Freud era addirittura diventato l’artista vivente più caro al mondo, 23,1 milioni di euro battuti da Christie’s New York per Benefits Supervisor Sleeping, un nudo di donna corpulenta sdraiata su un divano a grandezza naturale, acquistato da Roman Abramovich.
La mostra all’Imma (Irish Museum of Modern Art) di Dublino, inserita in un progetto più ampio iniziato nel 2016 e lungo cinque anni, propone ora di guardare con un occhio diverso l’arte di Lucian Freud, andando oltre le cinquanta opere (30 olii su tela, 20 disegni) esposte fino a ottobre, per quanto si tratti di capolavori come l’autoritratto Reflection (1985), Two Irishmen in W. 11 (1984-1985) o Bella and Esther (1988). Perché questa monografica è solo un momento di un generale programma artistico-culturale che di fatto trasformerà Dublino nella più grande galleria dedicata a Lucian Freud. Dove, ad esempio, ci sarà spazio per approfondimenti in forma di mostre e convegni sull’interazione tra Freud e gli artisti-scrittori irlandesi (Patrick Swift, Edward McGuire a Patrick Kavanagh) grazie anche al legame con Francis Bacon.
Dunque, un modo per mettere «sul lettino» un artista che (forse non casualmente) era il nipote di Sigmund Freud. Ai quattro giovani artisti e scrittori vincitori delle Freud Project Residencies 2017, una sorta di laboratorio su Lucian Freud che inizierà a fine agosto e che terminerà entro l’estate del prossimo anno, è affidato proprio questo compito: analizzare tutte le ragioni della sua attualità. Per Laura Fitzgerald, Richard John Jones e la coppia Bridget O’Gorman e Sue Rainsford (ai quali «la Lettura» ha chiesto di anticipare la loro idea di attualità dell’arte e del pensiero di Freud) un compito non facile. Certo è, però, che l’idea di trovare una nuova prospettiva al suo lavoro non sarebbe dispiaciuta a Lucian e nemmeno a nonno Sigmund.