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 2017  agosto 13 Domenica calendario

Per pagare gli stipendi Atac spunta la garanzia del Comune

Almeno gli stipendi di agosto sono salvi. La contabilità di Atac chiuderà le buste paga il 18 agosto, venerdì prossimo, e potrebbe essere il Campidoglio a garantire la retribuzione dei 12 mila dipendenti dell’azienda attraverso un accordo con le banche. L’alternativa (complicata) è un’accelerazione sul concordato: chiudere entro fine mese la procedura che «congela» i debiti pregressi e lascia spazio alla gestione ordinaria, stipendi in primis. «Ci hanno detto che avrebbero trovato il modo di pagarli», spiega Daniele Fuligni, segretario Filt Cgil del Lazio. Del resto l’azienda non ha liquidità, derivata per la maggior parte dagli incassi dei biglietti Metrebus, e sullo zero in cassa hanno inciso i decreti ingiuntivi arrivati da Cotral spa e Trenitalia, un totale di 92 milioni da saldare tutti e subito. Così i 70 milioni necessari a coprire gli stipendi di agosto (40 milioni netti) arriverebbero dalle banche, misura tampone che sottolinea la crisi dell’azienda dei trasporti. Che, in attesa di sviluppi sulla strategia anti fallimento, si trova con un margine d’azione semi azzerato, soprattutto sul versante della manutenzione. «Siamo consci delle difficoltà ereditate che ora abbiamo davanti, ma per risanare Atac è necessario coraggio e duro lavoro», ha detto ieri l’assessora alla Mobilità del Comune, Linda Meleo. A luglio è stato fatto uno sforzo da 9,5 milioni di euro per garantire la fornitura di gasolio visto che senza carburante i mezzi non possono proprio uscire dalle rimesse. Ma intanto i fornitori chiedono il saldo dei debiti (in totale 330 milioni) e, soprattutto l’indotto che lavora solo con Atac, lumi sul futuro. Il presente racconta di mense aziendali chiuse con settanta dipendenti licenziati; di 43 dei 45 filobus della maxi tangente Breda Menarini, costati 20 milioni nel 2009 e rimasti al chiuso dei depositi fino allo scorso aprile, rimasti fermi per guasti assortiti in attesa che qualcuno li ripari. Sono solo due esempi che spiegano l’ultimo report interno sullo stato del servizio relativamente allo scorso giugno. Il quadro di un crollo verticale: in un mese sono andati persi 1.374.935 km (-16,57%) nei trasporti di superficie, cioè bus, filobus, tram e bus elettrici; e le tre linee della metro hanno perso nelle gallerie 46.459 km (-6,34%). È un record, ovviamente negativo.