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 2017  agosto 13 Domenica calendario

«Troppi rischi». Migranti, Msf si sfila

Dopo il clamoroso rifiuto, unica tra le grandi, di firmare il Codice di condotta delle Ong voluto dal Viminale, Medici senza frontiere ha preso ieri un’altra decisione eclatante: sospendere in via temporanea le attività di ricerca e soccorso dei migranti davanti alla Libia con la sua nave «Vos Prudence», che resta attraccata a Catania. Il motivo lo spiega Loris De Filippi, presidente di Msf Italia: «Il Centro di coordinamento del soccorso marittimo di Roma ci ha allertato di un rischio sicurezza dovuto a minacce non velate contro le Ong da parte della Guardia costiera libica. Perciò non era più possibile continuare, mettendo a repentaglio la vita dei colleghi. Non ci dimentichiamo che già nel luglio 2016 una motovedetta libica ci attaccò, sparando 13 colpi contro la nostra nave Bourbon Argos. Così, pure all’epoca sospendemmo per 40 giorni le operazioni...». Stavolta, però, Msf non si scopre isolata. Save the Children, firmataria del Codice, annuncia per esempio che potrebbe fare lo stesso, in caso dovessero peggiorare le condizioni di sicurezza. E come lei Sos Méditerranée, che definisce «pericolose» le frequenti, minacciose uscite sui media delle autorità libiche. Anche Riccardo Gatti, comandante della Proactiva Open Arms, l’Ong spagnola che appena domenica scorsa a poche miglia da Tripoli si è vista venire contro la Guardia costiera locale, che ha poi sparato in aria alcuni colpi intimidatori, dice di comprendere «la preoccupazione» di Msf. E sebbene Open Arms continuerà a navigare, Gatti critica l’Italia e l’Europa per «gli accordi» presi con la Libia «dov’è in corso una guerra» e «a pagarne le conseguenze saranno i più poveri», cioè i migranti. Il presidente di Msf Italia, De Filippi, concorda: «Gli Stati europei e le autorità libiche stanno attuando congiuntamente un blocco alla possibilità delle persone di cercare sicurezza». Ecco perché Msf non ha firmato il Codice di condotta. A questo proposito, mentre va avanti l’inchiesta sull’Ong tedesca Jugend Rettet e sale a quattro il numero degli indagati – la Procura di Trapani ieri ha iscritto sul registro anche i due comandanti della nave «Iuventa» e un membro dell’equipaggio – ecco che Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia, sottolinea le ultime modifiche introdotte nel Codice di condotta Ong nel corso del recente incontro al Viminale tra Sos Méditerranée e il governo. «Il documento di fatto è svuotato – dice Rufini – e rappresenta una sostanziale marcia indietro su tutte le questioni più critiche, in particolare la presenza di uomini armati a bordo e i trasbordi. Questa vittoria della ragionevolezza la dobbiamo a tutte le organizzazioni della società civile che hanno saputo imporre al ministero una riflessione». Anche Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, il quotidiano dei vescovi, loda le ultime correzioni introdotte al Codice: «L’incontro tra umanità e legalità è ben possibile», ha scritto nel suo editoriale di ieri. Le risposte del ministro dell’Interno Marco Minniti «sono giunte e sono intelligenti e opportune».