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 2017  agosto 13 Domenica calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 146 (Gli ebrei tra storia e memoria)   Vedi Biblioteca in scheda: manca Vedi Database in scheda: manca   LE ORIGINI DELL’EBREO ERRANTE Oltre

LIBRO IN GOCCE NUMERO 146 (Gli ebrei tra storia e memoria)
 
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LE ORIGINI DELL’EBREO ERRANTE
Oltre. La parola «ebreo», in ebraico ’ivrî, dalla radice ’avar, «passare oltre», «attraversare». Appare per la prima volta nella Bibbia nella Genesi (Gen 14,13) in riferimento al primo dei patriarchi, Abramo.
Giacobbe. Israel – da cui Israele, israeliano, israelita – è il nuovo nome che il patriarca Giacobbe riceve dall’angelo, dopo aver lottato con lui tutta la notte e che significa: «Colui che ha combattuto con Dio».
Romani. Autori dell’antica Roma che se la presero con gli ebrei: Orazio parlò di curtis judaeis (giudei circoncisi); Valerio Massimo accusò gli ebrei di «corrompere i costumi»; per Giovenale erano adoratori del cielo e delle nubi; Diodoro Siculo, Pompeo, Giovenale e Tacito consideravano gli ebrei dissoluti; Marziale li definì un popolo recutitus, eccetera.
Sette. È stato calcolato che gli ebrei costituivano circa il 7 per cento – quasi 7 milioni – dell’intera popolazione dell’Impero romano.
Leggenda. Origine del mito dell’ebreo errante: una leggenda tramandata per secoli e trascritta da monaci cistercensi nel VII secolo racconta che, durante la faticosa e dolorosa salita di Gesù verso il Calvario, un ebreo gli negò dell’acqua, apostrofandolo: «Vattene da qui!». E al quale Gesù rispose: «Io me ne vado, ma tu dovrai aspettarmi finché ritornerò». Così l’ebreo errante torna ogni cento anni nel luogo dell’incontro con Gesù. Esistono innumerevoli varianti di questa leggenda.
Simone. A Trento, durante la Pasqua del 1475, dopo una serie di prediche antigiudaiche di Bernardino da Feltre, venne ritrovato vicino alla casa di un ebreo il corpo di un bambino di nome Simone, annegato nell’Adige. Immediata reazione del popolo e delle autorità: gli ebrei della città furono incarcerati, torturati, e infine tutti, tranne uno, confessarono l’omicidio. Nonostante la contrarietà di papa Sisto IV iniziò il culto del piccolo Simonino martire.
Se. «Se un buon cristiano deve detestare gli ebrei, allora siamo tutti buon cristiani» (Erasmo da Rotterdam).
Venezia. Il primo ghetto della storia, creato a Venezia il 29 marzo 1516. Per ordine del Senato della Serenissima «tutti li Zudei che de presente se attrovano abitar in diverse contrade de questa città, debbano abitar unidi».
Illuministi. Voltaire si definì automaticamente anti-ebreo; Jean-Jacques Rousseau considerava gli ebrei antichi come il più abietto dei popoli, esprimendo però ammirazione per gli ebrei in esilio; Diderot attaccò preti e rabbini, considerando le discussioni del Talmûd come puerili.
Masochismo. «Penso che noi ebrei, se vogliamo collaborare con altri, dobbiamo sviluppare in noi stessi una certa dose di masochismo, dobbiamo essere pronti a subire qualche torto. Altrimenti non è possibile andar d’accordo con nessuno» (Sigmund Freud).
Antisemita. La parola «antisemita» venne coniata da Wilhelm Marr, che nel 1879 fondò la Lega Antisemita (Antisemiten-Liga), la prima organizzazione tedesca impegnata specificamente nel combattere la presunta minaccia posta alla Germania dagli ebrei e che sosteneva la loro rimozione forzata dal Paese.
Razza. La gigantesca indagine demografica/razziale effettuata a metà Ottocento dalla Società antropologica tedesca, su proposta dello scienziato Rudolf Virchow (1821-1902): per studiare le differenze tra scolari ebrei e scolari cristiani, su quasi sette milioni di ragazzi furono effettuate misurazioni del cranio, schedature del colore dei capelli, della pelle e degli occhi. Conclusione: non esisteva alcuna prova né di una razza tedesca né di una razza ebraica.
Deportati. In Italia fino al 1943 vivevano circa 46mila ebrei. Poi, nei venti mesi dell’occupazione nazista, complessivamente ne furono deportati 10.689.
Solo. «Gli ebrei polacchi pensavano che certe cose potessero accadere solo in Germania. Gli ebrei tedeschi pensavano che potessero accadere solo in Polonia. Gli ebrei francesi credevano che in Francia potesse accadere solo agli ebrei stranieri. Gli ebrei italiani, che avevano lo stesso aspetto e lo stesso modo di parlare e di lavorare dei compatrioti cristiani e che nel passato avevano conosciuto poche manifestazioni di antisemitismo, pensavano che potesse succedere dovunque ma non nella civilis sima Italia»
(la storica Susan Zuccotti).

 Giorgio Dell’Arti, Domenicale – Il Sole 24 Ore 13/8/2017