Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  agosto 12 Sabato calendario

Inter, dov’è Kondogbia? Spalletti: «Non si fa così. Devono pagarcelo»

E dire che se lo erano detti chiaramente in faccia: «Voglio andare via, non mi sento più parte del progetto». «Va bene, comprendiamo, abbiamo tempo fino al 31 agosto per trovare una soluzione che vada bene a tutti». Eppure tutto ciò non è stato sufficiente per Geoffrey Kondogbia che ieri mattina ha deciso di rimarcare il suo distacco dal mondo nerazzurro. Il francese non si è presentato all’allenamento facendo perdere le tracce a tutti i dirigenti e ai componenti dello staff di Luciano Spalletti. Nessuna risposta alle chiamate, nessun segnale alle sollecitazioni esterne. 
«così no» La parola della società è la parola di Luciano Spalletti che all’aeroporto prima di imbarcarsi per Brindisi ha tirato le orecchie al suo centrocampista. «Lui aveva quest’idea di cambiare che gli viene da lontano, purtroppo per convincerlo qualcuno gli è andato sotto forte facendogli promesse – ha commentato l’allenatore -. Ma le promesse doveva farle anche a noi; due lire lo abbiamo pagato (ride, ndr)... Diceva che una squadra lo vuole e ne potevamo parlare, non possiamo tenere per forza le persone». E Spalletti porta un esempio di chiarezza e serenità vissuto proprio in queste settimane in casa Inter. «Anche Jeison Murillo vuole andare via, c’era già quest’idea quando abbiamo parlato; poi la società ha trovato l’accordo con l’acquirente, si fa così – spiega -. Sono un po’ sorpreso, gli avevo fatto piccole promesse, non lo faccio mai con nessuno; è un giocatore forte, importante, a me serve un certo numero di centrocampisti per affrontare il campionato. Tornare sul mercato? Attualmente non è questo il nostro discorso, vogliamo capire cosa è successo al ragazzo, sarà una cosa che gli darà dei ripensamenti, così non si può fare». A quanto pare il sermone di Spalletti è servito a poco. Dalla parte di Geoffrey e del suo entourage ieri non è arrivata alcuna risposta, si è preferito restare in silenzio almeno ufficialmente. Vero è che un confronto con la società ci dovrà essere prima o poi. Perché la squadra che tornerà questa notte avrà due giorni di riposo – domani e lunedì – prima di riprendere lunedì mattina (doppia seduta) ad Appiano in vista della settimana classica che porta all’esordio in campionato. Nelle prossime 48 ore è previsto un contatto almeno telefonico tra il d.s. Piero Ausilio (oggi a Lecce) e il coordinatore tecnico di Suning Walter Sabatini (rimasto a Milano) per capire e chiarirsi. Il giocatore sarà multato e dovrà spiegare questa scelta. 
valencia, sì Il suo futuro lontano da Milano è ormai sempre più concreto. Il Valencia resta l’unica pista percorribile in questo momento. Ma non alle condizioni che avrebbe voluto il club spagnolo. Il quale si è mosso prima con Kondogbia, trovando un accordo di massima. Ma ciò che conta, ovvero il placet dell’Inter, è invece ancora lontano dall’essere trovato. I nerazzurri, che hanno pagato 31 milioni più bonus il francese nell’estate del 2015, sono disposti alla cessione in prestito ma con un obbligo di riscatto intorno ai 25 milioni. Oppure, con l’inserimento di una contropartita tecnica gradita ai nerazzurri tra Garay e Cancelo. Ieri ha parlato Mateu Alemany, d.g. del Valencia: «Per Murillo siamo molto vicini al raggiungimento di un accordo. Kondogbia, invece, è un po’ più lontano e dovremo aspettare. Costa molto, ma siamo disposti a concludere l’affare».
il passato La storia di Kondogbia all’Inter rischia di restare lastricata di passaggi a vuoto e di dubbi esistenziali. Dalla terrazza di piazza della Repubblica con la maglia numero 7 sventolante (22 giugno 2015) alla «sparizione» di ieri (11 agosto 2017) sono passati due anni abbondanti. In mezzo anche lo sfogo di Frank de Boer che lo sostituì dopo 28 minuti contro il Bologna: «Quando un giocatore non vuole capire… Abbiamo parlato, gli ho detto che deve giocare semplice, ma lui non vuole ascoltare». La frase «Sii sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli, trova sempre la forza per riprovarci» qui non vale: Geoffrey rischia di trovarsi in secca.