Corriere della Sera, 11 agosto 2017
Ivanka non paga
Trumpiani di baita e di ombrellone, ultime notizie dalla Casa Bionda. La cara Ivanka, figlia prediletta dell’Atomico, nella sua azienda di moda ama fare lavorare gratis le persone, comprese quelle a cui richiede competenze qualificate. Non lo fa per mancanza di soldi, ché l’azienda non è mai andata tanto bene, ma per una questione di principio: pagare la gente che sgobba per la sua gloria le pare brutto. Una caduta di stile. Una mancanza di riguardo verso il lavoratore, la cui sensibilità verrebbe gravemente offesa dal semplice sospetto di essere destinatario di un bonifico. Così almeno viene vissuta l’esplosione di stagisti e tirocinanti un po’ in tutta l’America, e il pensiero va allo staff squattrinato dell’ipnotizzatrice di surgelati Hillary Clinton. Ma poiché ormai dagli americani abbiamo importato qualsiasi cosa, persino gli uragani, la pratica del lavoro gratuito si è diffusa anche da noi, benché permanga qualche concessione al sentimentalismo sotto forma di rimborso dei pasti, purché di magro.
Una ex dipendente di Ivanka ha rivelato a Forbes il mantra aziendale: «La miglior paga che possiamo offrirti è la magnifica esperienza». In attesa di un mondo in cui le rate della macchina si pagano con le magnifiche esperienze e il mutuo della casa con quelle così così, rimane in sospeso una domanda. Ma gli americani del ceto medio non avevano scelto il papà di Ivanka proprio per contrastare un capitalismo impazzito che consente a pochi ricchi come Ivanka di esserlo sempre di più pagando gli altri sempre di meno o addirittura nulla? Sono stati fregati. Vabbé, tutta esperienza.