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 2017  luglio 21 Venerdì calendario

L’islam perseguita i cani e i loro padroni

In Occidente è il più fedele amico dell’uomo; per i musulmani, invece, è un essere impuro, da tenere lontano dalle proprie case, e la sua bava contamina il fedele, rendendo necessario fare le abluzioni. Il cane, insomma, non se la passa molto bene nei Paesi islamici, ma, a causa delle ondate migratorie che hanno investito l’Europa, persino nei Paesi del vecchio continente, come Inghilterra, Danimarca, Svezia, Francia, Germania, Austria, esistono già forme di discriminazione, o si verificano non di rado episodi di intolleranza e di violenza, nei confronti dei cani e dei loro proprietari. 
L’ultimo caso è avvenuto qualche giorno a Vienna, dove una signora di 54 anni di nome Ingrid è finita in ospedale per essere stata attaccata violentemente da una richiedente asilo somala di 18 anni, che non ha sopportato la vista dei teneri cagnolini di Ingrid: un collie a tre zampe, sordo e quasi cieco, di nome Panda, e Poco, un cucciolo di pochi mesi. «Ho visto una donna tutta velata che si avvicinava lentamente. Sapevo che i musulmani non amano i cani, così sono corsa a prendere Poco, ma la ragazza mi ha afferrata, mi ha spinta e mi ha graffiata, buttandomi a terra. Non sentivo più le gambe», ha raccontato la signora, operata due volte nell’ospedale Wilhelminen perché il suo ginocchio è andato in pezzi ed è stato necessario sostituirlo con uno artificiale. La donna viennese è stata praticamente assalita con una furia distruttiva dalla somala, tanto che sono dovuti intervenire tre uomini per staccarla da quel corpo su cui si accaniva. 
Ma qual è il motivo di tanta rabbia? Lo ha spiegato con raccapricciante nonchalance il marito somalo di colei che ha picchiato Ingrid: «Noi non vogliamo i cani, sono impuri». Dunque, i musulmani non vogliono i cani per non contaminare il loro candido animo e sono pronti a spaccarci le ginocchia se noi passeggiamo con il nostro fido su una qualsiasi strada non di un Paese islamico dove siamo andati in vacanza, bensì di quello europeo dove siamo nati e viviamo. Le nostre libertà si sono automaticamente ristrette di pari passo con l’aumentare del numero di immigrati islamici, molti dei quali oggi hanno una visione sempre più radicale della loro fede. 
POI, OCCORRE LAVARSI 
Tuttavia, occorre sottolineare che non per tutti i musulmani il cane è impuro. Per alcuni è impura solo la sua saliva, per altri neanche questa, ma per tutti occorre lavarsi bene dopo essere entrati in contatto con un cane, perché il messaggero di Allah ha così decretato. Inoltre, per i musulmani tutti i cani possono essere legittima
mente tenuti per la guardia, o per la caccia, ma accoglierli in casa è vietato. Che cosa li spaventi di cagnolino resta un mistero? Forse l’amore che suscita, quella tenerezza che addolcirebbe il cuore di chiunque. 
È proprio «una vita da cani» quella dei cuccioli che vivono in Iran, dove il governo conduce campagne non solo verso i migliori amici dell’uomo ma anche verso i loro padroni, che appartengono alla classe più abbiente, quella che guarda la tv satellitare e che è attratta dai costumi occidentali. I proprietari non rinunciano alla compagnia dei loro amici a quattro zampe, che devono tuttavia amare in segreto, per evitarne la confisca, o per non incorrere in multe, o addirittura per non rischiare di essere frustati per avere danneggiato la cultura islamica, la salute e la tranquillità della gente, in particolare di donne e bambini, portando a spasso fido. I cani sequestrati vengono portati a morire negli zoo pubblici o abbandonati nel deserto. 
Qualche anno fa un quotidiano iraniano, Varash, è stato sospeso su ordine del Consiglio di sorveglianza sulla stampa per avere pubblicato l’annuncio dello smarrimento di un cagnolino, violando indirettamente la legge islamica che vieta il possesso del cane meramente come animale domestico. Ci sembra un mondo lontanissimo da noi. Eppure sta accadendo anche in Europa. 
TASSISTI RIFIUTANO IL CANE 
In Inghilterra i tassisti musulmani rifiutano di accogliere sul taxi persone accompagnate dal cane. Il proprietario di fido allora potrebbe decidere di servirsi degli autobus, ma accade spesso che, in presenza di passeggeri musulmani, proprietari e cani vedano chiudersi le porte del bus in faccia. E spesso si tratta di persone disabili, o di non vedenti che non possono in alcun modo separarsi dal loro cane-guida. L’associazione dei cani-guida per ciechi e la Federazione Nazionale Ciechi in Inghilterra si battono da anni contro questa discriminazione. In Inghilterra, dove i musulmani non vengono sottoposti al controllo dei cani poliziotto anti-bomba ed anti-droga per non offenderli. 
Illuminante è la spiegazione sul perché il messaggero di Allah proibì i cani in casa contenuta nel settimo numero di Mondo Islam (si può trovare online): «Ogni giorno la scienza scopre e sostiene la veridicità del profeta Muhammad. Lui vuole il bene per noi, vuole piena salute, per questo motivo ha proibito l’entrata dei cani nelle case e considera i cani animali impuri. Uno studio contemporaneo ha dimostrato che tenere i cani in casa provoca il cancro al seno». Maometto fu profetico, insomma. Un mondo in cui i cani sono vietati già esiste. E non è troppo lontano da noi. Tocca a noi difenderci, rispettare in primis noi stessi e la nostra cultura, non abdicando a favore della cultura altrui. Difendere la nostra civiltà non è un atto di intolleranza. Intolleranza è impedire che cittadini liberi vivano sul loro stesso territorio così come hanno sempre vissuto. Ed in compagnia dei loro amati cuccioli.