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 2017  luglio 16 Domenica calendario

Lettera anti-austerità sul blog 5 Stelle. Tremonti avvicina Grillo alla Lega

Socialista, liberal-berlusconiano, para-leghista. E ora? Grillino? È Giulio Tremonti, in una sintesi un po’ troppo esemplificata. Ma come altro definire la parabola dell’ex ministro dell’Economia, oggi senatore seduto comodamente a godersi il privilegio di chi vive la libertà concessa da un isolamento politico e intellettuale? Ma forse sono anche le etichette che servono a semplificare l’andamento della storia quando è capace di spiazzarci incrociando destini di ex avversari.
Giulio Tremonti ha inviato una lettera al blog di Beppe Grillo (piccola annotazione: non lo ha fatto attraverso gli uffici parlamentari) per complimentarsi con il M5S sulla battaglia contro il Fiscal compact e per sfilarsi dalla ricostruzione storica dei 5 Stelle che inseriscono anche il professore tra i complici delle politiche di austerity. «Per quanto mi riguarda – scrive Tremonti – credo di avere sempre espresso idee e tenuto posizioni non condivise in Europa, ma comunque non omologabili in termini di dogmatica e fanatica ortodossia finanziaria “europea”». Grillo ringrazia e, dopo tanti post negli anni contro l’ex ministro, mette in bella evidenza la sua lettera con questa premessa: «Tutti ormai sono d’accordo con il Movimento sul rigetto del fiscal compact, da Renzi fino all’ex ministro Giulio Tremonti. Se è così si passi ai fatti: il governo non dia il via libera questo autunno e lo dichiari da subito».
Di fatto Tremonti fa da eco al suono di tamburi che annunciano la campagna d’autunno per evitare che il patto di bilancio europeo venga definitivamente inserito nei trattati. Curioso: tutti lo hanno votato, e adesso tutti non lo vogliono. Fanno eccezione i 5 Stelle che possono sfruttare la verginità di un movimento nato sulle macerie di una crisi economica devastante e proporre un mix di ricette che attrae esperti da destra e da sinistra. Così facendo il M5S trova alleati che un tempo sarebbero stati impensabili, ma che hanno in comune una certa idea sovranista dell’economia, poco incline ai compromessi con la burocrazia dell’Ue, e con ascendenze leghiste.
Sarà un caso ma nello stesso giorno dell’endorsement di Tremonti, il governatore della Liguria Giovanni Toti conferma le aperture di credito ai grillini: «La vicinanza è con chiunque parli con buon senso; i 5 Stelle hanno troppo spesso girovagato sul concetto di sovranità nazionale, politiche di immigrazione e loro rapporto in Europa. Vedo da parte loro un po’ di opportunismo: ovvero la cosa opportuna, nel momento opportuno, per prendere qualche voto in più. Detto questo – ha aggiunto Toti – se nel Parlamento danno una mano a fare qualcosa di sensato, vorrei che dialogassero su istituzioni, riforme, economia e tutto ciò su cui c’è bisogno di dialogare». Toti parla dal campo di assistenza ai migranti del parco Roja di Ventimiglia, ventiquattro ore dopo la visita di Luigi Di Maio in un luogo che è crocevia di visite politiche, anche per la sua portata simbolica in Europa.
I migranti e l’economia anti-austerity sono temi che avvicinano e mettono in competizione i 5 Stelle e la Lega di cui Toti è il più orgoglioso alleato all’interno di Forza Italia. Le parole del governatore seguono quelle più esplicite del leader del Carroccio Matteo Salvini che si è augurato esplicitamente «una intesa, possibile dopo il voto» con i grillini.
Sono messaggi che costringono i 5 Stelle a smentire e precisare che non ci saranno classiche alleanze (convergenze post-elettorali si vedrà) ma destinati anche a raggiungere le orecchie di Silvio Berlusconi, contrario a spostare l’asse del centrodestra su posizioni più sovraniste e a corteggiare i grillini. L’ex Cavaliere resiste agli spostamenti dei suoi tanti ex delfini che spingono verso Salvini, come Raffaele Fitto che plaude all’appuntamento di oggi a Piacenza, «Facciamo squadra», un tavolo programmatico organizzato dalla Lega che avrebbe dovuto trasformarsi nella convention di riunificazione delle destre, ancora orfane di Berlusconi e spaventate dall’invasione di campo di Grillo.