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 2017  giugno 23 Venerdì calendario

Clooney guadagna 1 miliardo con l’alcool

L’idea è nata da tre amici al bar. Ieri è diventata un affare da un miliardo dollari. Il tutto a partire dal 2013. Non è la storia della solita start up concepita nel solito garage di Cupertino. Bensì di una distilleria messicana di tequila: banale ma per questo ancora più sorprendente. 
Ma come ha fatto l’alcol dei poveri campesinos a diventare un business di queste proporzioni? Intanto cominciamo con i tre amici al bar che non sono gente qualunque. Magari non specialisti di bevande ad alta gradazione ma certamente di alto gradimento. Il primo, e più noto di tutti, è George Clooney, i cui figli Elle e Alexander sono troppo piccoli per brindare a tequila essendo nati a Londra un paio di settimane fa. Poi c’è Rande Gerber, che forse al grande pubblico non dice molto. Sicuramente molto meno della moglie Cindy Crawford. Di mestiere si occupa di ristorazione ed è stata l’anima dell’iniziativa. Infine il terzo amico, il meno famoso in assoluto, Mike Meldmann. Il trio ha annunciato ieri di aver venduto per un miliardo di dollari la loro fabbrica di tequila al colosso britannico Diageo che così aggiungerà il marchio “Casamigos”, come si chiama l’azienda di Clooney e C, al prestigioso portafoglio: Smirnoff, Tanqueray, Baileys o Johnny Walker. 
Considerando il mestiere di alcuni dei protagonisti, prima o poi ne uscirà magari un film. Di quelli con il lieto fine. Gli ingredienti ci sono tutti: il glamour, la fantastica spiaggia (Cabo San Lucas nella Bassa California), i protagonisti famosi. Il grosso della sceneggiatura c’è già. Racconta di tre amici ricchi e famosi che si ritrovano la sera al bar a consumare il loro superalcolico preferito. Come spesso succede a chi dispone di un certo livello di reddito, decidono di non accontentarsi solo di un bicchierino. Si prendono direttamente la fabbrica che si trova a Jalisco, in Messico, appena dopo il confine Usa. Magari affinando un po’ l’esuberanza del prodotto per averlo che brucia di meno quando scende in gola e, soprattutto, non abbia bisogno di tutto il giorno successivo per essere smaltito nel caso che il gomito si alzi troppo come accade ai tre protagonisti. 
Per un po’ ne fanno un affare di casa: bottiglie buone per le feste private o per le degustazioni tra amici e parenti. Non a caso si chiama Casamigos. 
Ma il consumo nel clan, per quanto ripartito fra poche persone, è stato subito piuttosto elevato: la stessa distilleria si è posta il problema di regolarizzare la produzione, visto che gli amici di George Clooney erano arrivati ad aprire un migliaio di bottiglie l’anno. Così nel 2013 la Casamigos è andata sul mercato con tanto di motto: la tequila “fatta dagli amici per gli amici”. 
Il volto e la celebrità di Clooney, insieme ad una formula che ha fatto breccia tra i palati americani, hanno reso nel giro di poco tempo Casamigos tra le marche più vendute negli Usa: una tequila che si definisce di altissimo rango considerando che ogni bottiglia costa 60 dollari. Un prezzo adatto per lo star system che, tuttavia ha sfondato anche verso consumi più larghi. L’anno scorso le vendite hanno raggiunto 120 mila casse (in ogni confezione dodici bottiglie per un totale di 9 litri). Per il 2017 le previsioni parlano di 170 mila casse. La media di crescita è stata del 54% l’anno negli ultimi tre anni. Per impossessarsi di questo gioiello Diageo ha messo sul piatto ben 700 milioni, più l’impegno a versarne altri 300 sulla base delle vendite nel corso dei prossimi dieci anni. Clooney e C hanno accettato. Magari già pensando agli incassi supplementari con il film su questa storia.