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 2017  giugno 23 Venerdì calendario

Versace e il suo killer una storia maledetta

MIAMI La casa Casuarina sul lungomare di Miami, una volta teatro dei più importanti happening della città, è ancora visibile dietro un enorme cancello aperto sulla strada. Era la residenza preferita di Gianni Versace, che l’aveva acquistata nel 1992 restaurandola completamente. Viveva lì con il suo partner Antonio D’Amico. È lì che, la mattina del 15 luglio 1997, è stato ucciso con due colpi di pistola in pieno volto da Andrew Cunanan, un serial killer responsabile di almeno altri 4 omicidi e che fu trovato suicida 8 giorni dopo nella sua barca. La tragica storia di Versace e del suo assassino sono il soggetto della miniserie televisiva American Crime Story, ideata e diretta Ryan Murphy (Glee, Nip/ Tuck, American Horror Story), le cui riprese sono appena terminate a Miami e che andrà in onda il prossimo anno su FX Networks.
Edgar Ramirez è Gianni Versace, Darren Criss è Andrew Cunanan, Penelope Cruz interpreta la sorella Donatella Versace e il cantante Ricky Martin il compagno di Gianni, Antonio D’Amico. La miniserie è stata girata nei luoghi reali, soprattutto nella Casa Casuarina, villa di tre piani, 10 camere da letto e 11 bagni cui Versace aveva aggiunto un’ala sud con una piscina ricoperta di mosaici dorati a 24 carati. Dopo la morte dello stilista era stata venduta da Donatella che l’aveva svuotata delle opere d’arte e degli oggetti del fratello, poi fedelmente riprodotti per le riprese, ma è rimasta la stessa e oggi è un lussuoso hotel boutique (in vendita per 100 milioni di dollari).
La serie è basata in parte sul libro di Maureen Orth Vulgar Favors: Andrew Cunanan, Gianni Versace, and the largest failed manhunt in U. S. history e passa dall’omicidio alla storia di Versace a quella di Cunanan, seguendolo nel suo viaggio verso Miami.
«Nel 1997 c’erano solo due omosessuali dichiarati nel mondo dello spettacolo, Elton John e Gianni Versace», dice Ryan Murphy incontrato insieme ai suoi interpreti nel palazzo, affittato per le riprese. «Gianni aveva problemi a fare “coming out” e ne aveva anche parlato a lungo con Donatella. Aveva il terrore di venir discriminato e di perdere il suo business. È quello il periodo che affrontiamo in questa serie; la verità è che Versace è stato ucciso per colpa dell’omofobia. Perché Andrew Cunanan uccideva e prendeva di mira i gay. Quando è arrivato a Miami la polizia lo sapeva. Avevano migliaia di foto segnaletiche nelle loro auto ma non li volevano affiggere in giro e non volevano entrare nei bar gay».
«Ero a Miami quando Versace è stato ucciso», dice Ricky Martin. «L’atmosfera è cambiata completamente. La gente viveva nella paura. Poter parlare di quella lotta che una minoranza ha dovuto affrontare era un’opportunità che non volevo lasciarmi sfuggire».
Per il ruolo di Donatella, Murphy aveva pensato a Lady Gaga, che però stava girando A star is born con Bradley Cooper. Così ha contattato Penelope Cruz, che sul set si è sottoposta a tre ore di trucco ogni giorno: «Donatella è stata una figura eroica. Avrebbe potuto mollare tutto e invece, nonostante la perdita del fratello che adorava, ha mobilitato la famiglia, ha salvato la compagnia e ha reso il marchio Versace più forte che mai. È una vera eroina».