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 2017  giugno 23 Venerdì calendario

Torna la mania dello scrapbook: con matite e smartphone un super-diario da esibire

Capita sempre più spesso, negli eventi che aprono l’estate, di intravedere gli occhi indiscreti degli smartphone incrociarsi, a perlustrare ogni angolo di visuale. Una scena normale per l’estetica social-pop del XXI secolo. Meno consueto notare qualcuno che tira fuori taccuino e matita. Ha l’aria distaccata del dandy e probabilmente è uno scrapbooker di ultima generazione. I fogli da disegno verranno scannerizzati – con attenzione alla grammatura della carta -, i segni e i colori di matite e acquarelli combinati sullo schermo del pc con le immagini cliccate. Oppure sarà la foto digitale a finire su un album a materiale misto: pensieri, schizzi, collage, piccoli oggetti, didascalie scarabocchiate con segno furtivo.
È una passione antica quella per gli scrapbook, i quaderni fatti di ritagli d’immagini e scarti esistenziali, gioco artigianale della memoria, mappa interiore da tasca e da cassetto. I primi apparvero nell’Inghilterra del ‘500, con il nome di «commonplace books», libri di luoghi comuni, dove trovava posto una ricetta accoppiata alla strofa di un poeta, ma ora la «scrap mania» è stata rilanciata dai social. Madonna ha degli scrapbook account ufficiali su Twitter e Tumblr. Facebook ha un’opzione di tipo familiare: le foto dei figli che vengono taggate finiscono nell’album. La piattaforma Pinterest è organizzata come un quaderno collettivo di fissazioni visive grande quanto il mondo. I tecno-creativi su Instagram postano foto a griglia e a mosaico, a volte spezzate da scritte. Lo stesso procedimento usato in opere d’arte di autori pop-concettuali quali John Baldessari ed Ed Ruscha che vanno all’asta per milioni di dollari. E le centinaia di applicazioni per lo scrapbook digitale che si trovano in rete hanno ridato linfa grafica anche al mondo dei blog.
Ma c’è ancora differenza tra la carta e le immagini su schermi sempre più definiti? «Riesco a vedere l’immagine solo quando ho la mia carta di fronte», spiega Karmen Corak, artista e restauratrice di opere su carta alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Lei usa solo washi, carta artigianale giapponese che ha la lucentezza della seta. Su cui stampa in digitale, però. Ha esposto all’Istituto Centrale per la Grafica un libro di collage e ritagli insieme con le foto su carta nella mostra «Landscape».
È sempre stata un po’ doppia l’arte leggera dello scrapbook. Intima e mondana. Popolare e d’élite. Quando i telefonini non esistevano e i paparazzi non venivano ammessi alle feste esclusive, il barone Fred de Cabrol ritagliava e acquarellava il gran mondo, dagli Anni 30 ai 50. Dai duchi di Windsor a Elsa Schiapparelli, dal leggendario Palais Rose di Parigi agli ombrelloni della Costa Azzurra. I suoi scrapbook sono diventati un libro, edito da Flammarion: «The Beautiful People of the Café Society». E qualche anno prima era toccato ai ritagli di Cecil Beaton a essere pubblicati in edizione di lusso da Assouline («The Art of the Scrapbook»). Oltre alle foto pubbliche di Beaton, con affollamento di star e aristocratici, s’incrociano dettagli privati. Oggi, intanto, la casalinga in cerca di sogno si ritrova negli album (solo per gli occhi di amici e parenti) che la cantante Beyonce prepara per sua figlia. O nello scrapbook che l’attore James Franco ha in preparazione sulla cantante Lana del Rey. Il ritaglio si adatta a ogni soggetto. Ci sono gli scrapbook di viaggi, quelli familiari, quelli dedicati a una star. O fatti dalle star.
Un filo nascosto, in realtà, lega l’estetica e l’arte contemporanea con la passione per lo scrapbooking. I lavori dell’artista appropriazionista Richard Prince sono rivelatori: i ritagli da riviste e copertine di libri diventeranno ritratti di motocicliste sexy e tele pulp. In una mostra appena inaugurata a Milano, Sketchbook, la giovane artista Lucrezia De Fazio ha disposto in tre stanze fogli di carta, immagini fisse e video. «Un diario di appunti dentro me stessa, i miei pensieri e il mio corpo», lo definisce. Così l’album di ritagli esistenziali acquista il formato tridimensionale.