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 2017  giugno 22 Giovedì calendario

Il Bancomat compie 50 anni. Barclays a Enfield (Londra) fu la prima a lanciarlo

In Italia esiste da meno tempo, ma in termini assoluti il Bancomat compie cinquant’anni. Per la macchina distributrice di denaro c’è una data certa di debutto: 27 giugno 1967, in una filiale della Barclays Bank di Enfield (Londra). Invece non è chiaro chi sia stato l’inventore: l’ipotesi più accreditata è che il merito vada attribuito a uno scozzese, John Steperd-Barron, titolare di una tipografia a Enfield Town, stufo di fare la coda in banca per rifornirsi di contante. Però ci sono anche altri che rivendicano la paternità dell’invenzione. A dirla tutta ci fu anche un precursore in America nel remoto 1939: troppo in anticipo sui tempi, quel nonno del Bancomat fu chiuso e dimenticato nel giro di sei mesi.
In ogni caso neanche la seconda nascita del 1967 è stata coronata da un successo immediato: è solo nel 1973 che i Bancomat si sono diffusi davvero, in grande numero, nella natia Gran Bretagna, mentre per vedere il primo in Italia si è dovuto attendere il 23 novembre 1983. All’inizio la carta a banda magnetica era sfruttabile solo su un circuito nazionale, e nel 1987 è stata attivata sulla rete internazionale.
All’inizio il Bancomat non somigliava granché a quello di oggi: per ragioni di sicurezza, la tessera si distruggeva dopo ogni prelievo. Poi col tempo è arrivato il pin, il codice per bloccare la carta, e sono stati sviluppati tutti i sistemi per scoraggiare furti e truffe. Oggi, secondo l’Associazione bancaria italiana, il rischio di frodi è bassissimo. Inoltre il Bancomat, grazie alla tracciabilità dei movimenti di denaro che assicura, è uno e strumento contro i reati fiscali e il riciclaggio. Anche per questo gli italiani manifestano oggi grande fiducia nel denaro elettronico. Nel nostro Paese le carte di debito, di credito e prepagate sono 100 milioni, usabili nei 50 mila Atm italiani e su 1 milione e 900 mila Pos. Comunque gli italiani sono affezionati anche al denaro contante: fra i Paesi più avanzati, il nostro è quello in cui i soldi in biglietti e in monete restano più diffusi.